ACQUAVIVA PICENA – Abbiamo incontrato don Alfredo Rosati, parroco di Acquaviva Picena, che ci ha brevemente raccontato la sua esperienza alla GMG di Panama.

Don Alfredo quali sono stati gli stati d’animo e i sentimenti sia del viaggio di andata che del viaggio di ritorno?
Durante il viaggio di andata i sentimenti sono stati molteplici, eravamo in trepidante attesa per questa nuova esperienza, non vedevamo l’ora di arrivare, il viaggio è stato molto lungo, ma pieno di gioia. Custodivamo il desiderio impaziente di vivere le giornate della GMG con tutti gli altri pellegrini. Avevamo nel cuore anche un po’ di timore perché non sapevamo se ci saremmo adattati al clima e alle abitudini panamensi sapendo che non saremmo rimasti lì solo un giorno. Gli stati d’animo del viaggio di ritorno invece sono stati la consapevolezza di aver vissuto momenti che ci hanno arricchito spiritualmente e umanamente e quello della gratitudine verso le famiglie che ci hanno accolto e ci hanno fatto sentire in famiglia. La loro ospitalità non si è limitata all’apertura di una casa, ma ci hanno seguito e accompagnato sempre, hanno vissuto con noi la GMG, hanno fatto in modo che non ci sentissimo degli stranieri, ci hanno fatto sentire a nostro agio fin dal primo momento. I panamensi sono un popolo ricco di fede e di senso dell’ospitalità. Siamo tornati stanchi e un po’ tristi, avremmo voluto rimanere ancora, continuare questa stupenda esperienza che resterà indimenticabile. Ci siamo trovati bene anche con il clima, lì è molto caldo qui invece stiamo affrontando un grande freddo.

Come è stato vivere i momenti comunitari con persone di altre culture?
Dal lunedì al venerdì abbiamo vissuto momenti comunitari nella parrocchia che ha ospitato gli italiani Nuestra Senora de Guadalupe: catechesi Messe e anche una celebrazione penitenziale. Le catechesi erano brevi cosicché i giovani hanno potuto confrontarsi, abbiamo avuto più spazio per approfondire gli argomenti trattati. Poi invece dal giovedì, con l’arrivo di Papa Francesco, gli incontri erano diretti a tutti gli un milione e cinquecento circa partecipanti alla GMG. È stato bello vedere tutte queste persone provenienti da tanti Paesi del mondo mettersi in ascolto della Parola di Dio, avevamo tutti la stessa sete di verità, eravamo tutti felici di poter ascoltare il Papa che ci parlava dell’Amore di Dio. Non abbiamo fatto caso alle nostre differenze perché il nostro desiderio era quello di pregare insieme rivolgendoci allo stesso Padre. Anche il Papa ha sottolineato che tutti abbiamo un “sogno comune” e che le differenze non ci devono dividere, ma aiutare a raggiungere il “sogno comune”. Papa Francesco ci ha anche ricordato il comandamento che ci ha lasciato Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”.

Nella Chiesa i giovani in che cosa sono legati alla tradizione e in che cosa sono innovatori?
Ho notato che i giovani sono legati ancora all’aspetto tradizionale riguardo la Liturgia e la catechesi, naturalmente apportando le caratteristiche tipiche di quell’età: sono entusiasti come i giovani sanno esserlo, i momenti comunitari sono gioiosi, pieni di canti. Ci sono poi anche dei punti dove preferirebbero invece dei cambiamenti, ad esempio una maggior collaborazione tra parrocchie, riuscire a realizzare una rete di relazioni tra comunità parrocchiali. Una particolarità che mi ha colpito è stata la loro richiesta di preferire il contatto diretto, umano con i sacerdoti, il loro desiderio è di voler trovare dei preti e dei religiosi disposti ad ascoltarli “faccia a faccia” non tramite i moderni mezzi di comunicazione, i social e quant’altro. Questa è la generazione web, la generazione più virtuale rispetto a quelle del passato, eppure ci hanno spiegato che il contatto tra le persone è insostituibile e il più bello. I giovani hanno chiesto poi di essere aiutati e accompagnati nel loro cammino di fede, un tema questo affrontato anche da Papa Francesco che rivolgendosi agli adulti ha detto di non abbandonare i giovani, ma di sostenerli e aiutarli a realizzare i loro sogni e farli crescere nella fede.

Don Alfredo al termine dell’intervista ha aggiunto: “Siamo tornati a casa con l’intento di vivere la nostra quotidianità mantenendo vivi in noi quei valori rafforzati durante la GMG, abbiamo compreso quale sia il valore dell’accoglienza, dell’ospitalità. L’accoglienza è uno dei valori cardini della fede cristiana, da continuare a coltivare, tante saranno le occasioni che ci permetteranno di mettere in pratica ciò che la GMG di Panama ci ha donato. A nostra volta noi pellegrini possiamo trasmettere a tutti quelli che incontriamo le ricchezze che queste giornate ci hanno consegnato. Le GMG sono un opportunità bellissima e importante sia per i giovani che sono credenti sia per tutti i giovani che si stanno interrogando. È un modo per guardarsi bene dentro e riuscire ad ascoltare la voce del Signore. Io personalmente in questa GMG ho trovato ciò che cercavo, dopo l’ultima Giornata Mondiale della Gioventù da me vissuta diciotto anni fa, ho rivissuto la condivisione e la preghiera comunitaria con i giovani, sono momenti che aiutano a rispondere a tante domande e che aiutano ad affrontare le difficoltà che si presentano durante la vita.

Patrizia Neroni

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