DIOCESI – Venerdì 1 febbraio si è ripreso, dopo la pausa natalizia, presso la Caritas diocesana, il ciclo di incontri formativi per i volontari dal titolo “DNA del volontario”.
Ospite di questo incontro è stata la pedagogista ed esperta di educazione didattica, la dott.ssa Maria Chiara Verdecchia, la quale ha trattato il tema della Leadership, in relazione alla piena promozione del potenziale di ogni singolo operatore.
La leadership è infatti un tipo di rapporto che si crea in ogni ambito sociale in cui un particolare individuo occupa una posizione più elevata rispetto al resto gruppo.
Esso si manifesta in tutti i vari settori della nostra società, sia in ambito lavorativo sia nella Caritas, dove è richiesta una particolare forma di leadership: quella assertiva.
Prima di fare ciò però è necessario che ogni operatore intraprenda un percorso di riscoperta delle proprie risorse e capacità che gli permettano di essere efficace nel suo servizio.
La dottoressa, attraverso una serie di laboratori, ha sottolineato l’importanza dei valori intesi come quei “motori ideali” ed individuali che orientano le nostre azioni e che ci permettono di realizzarci sia nell’ambito lavorativo sia come volontari e operatori. Ognuno di noi presenta, infatti, in maniera più o meno consapevole, una scala di valori interni che riflettono la nostra condotta personale e ciò è particolarmente sentito in coloro che decidono di offrire liberamente e in maniera gratuita il proprio tempo per aiutare chi è in difficoltà. Dalla riscoperta dei valori individuali, la dottoressa ha anche sottolineato l’importanza della negoziazione, come una delle componenti fondamentali che contraddistingue l’operatore caritas.
Esso rappresenta quel processo mediante il quale due o più interlocutori, con percezioni e motivazioni diverse, cercano di raggiungere un punto di interesse reciproco, cercando di offrire un ampio spettro di scelte e possibilità ai fini del soddisfacimento dei rispettivi bisogni.
Nel processo di negoziazione l’ascolto attivo gioca un ruolo fondamentale, giacché il rapporto che si instaura tra volontario e utente non può limitarsi al solo servizio materiale, ma passa altresì attraverso un ascolto che dia precedenza all’altro senza giudizio, cercando di cogliere la sostanza e l’essenza di ogni singola persona che necessita di un aiuto e sostegno.
Attraverso quindi una serie di laboratori incentrati sui: valori, sull’ascolto attivo, sul prendere decisioni e sugli stili comunicativi si è delineato così il profilo del volontario caritas che presenta i tratti dell’assertività: quella capacità che permette di esprimere i propri sentimenti, di scegliere come comportarsi in un determinato momento/contesto e di esprimere serenamente un’opinione di disaccordo quando lo si ritiene opportuno, portando avanti le proprie idee, ma rispettando al contempo l’identità e le posizioni altrui.