DIOCESI – “Se prendiamo in mano il Vangelo di Giovanni, ci accorgiamo che l’eucaristia comincia ben prima dell’ultima cena. È vero che il riferimento principale, secondo i sinottici e san Paolo, rimane l’ultima cena, consumata alla vigilia della morte di Cristo con gli elementi che sono i più comuni fra i cibi: il pane e il vino. Ma una breve scorsa a Gv 6 e alla manifestazione del Risorto sul mare di Tiberiade (Gv 21), ci porta a una conoscenza molto più approfondita di ciò che Gesù intendeva quella sera”. Con queste parole Don Ulderico Ceroni, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano, ha aperto la sua relazione durante l’incontro di venerdì 7 febbraio, presso il salone della Chiesa Sacro Cuore di Gesù di Monteprandone e rivolto ai ministri straordinari della comunione.
Soffermandosi sul senso antropologico del “Mangiare”, Don Ulderico ha affermato: “Presso tutti i popoli e, in particolare, presso i semiti, il pasto esprimeva concretamente una comunità di esistenza: mangiare insieme significava e stabiliva dei legami. Il trovarsi insieme per mangiare, in molti casi anche oggi, manifesta una comunione a livello più profondo: ci si riunisce perché si è già uniti. L’ospite, anche inatteso, era ricevuto in casa e invitato a mensa per manifestargli la propria accoglienza; pensate alla gioia con cui Gesù stesso veniva invitato: accettando di andare a mangiare da pubblicani e peccatori era persino accusato di essere uno di loro.
Ma non è solo il significato profondo del gesto che conta: mangiare è anche solo nutrimento materiale, e l’eucaristia è il più materiale dei sacramenti e come tale è un pasto che nutre l’anima e il corpo. Giovanni è chiarissimo in 6,55: dal pane dato da mangiare si passa al pane che bisogna masticare e al sangue che bisogna bere, alla carne che è «veramente» cibo e al sangue che è «veramente» bevanda.
Per vivere bisogna nutrirsi e il nutrimento viene da Dio come la vita: ogni giorno dobbiamo riconoscerlo, come lo riconosceva il popolo della Bibbia. Dio comunica la vita e il nutrimento alle sue creature attraverso segni concreti: il cibo, la manna, le quaglie, l’acqua nel deserto; anche Gesù fa precedere il discorso eucaristico con la moltiplicazione dei pani (Gv 6). Dio pensa al nostro corpo e la convinzione che ogni alimento è dono di Dio dà già a ogni pasto, non solo all’eucaristia, un significato sacro, oggi come ieri: l’atteggiamento di gratitudine («Eucaristia» significa «azione di grazie») accompagna l’uomo di fede in ogni pasto”.
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Presente all’incontro anche il Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani che ha invece ricordato come il servizio del ministro della comunione non deve essere inquadrato come una promozione personale all’interno della parrocchia, ma come un servizio alla Chiesa e all’intera comunità.
Il prossimo incontro di formazione si terrà mercoledì 27 febbraio alle ore 21.00, sempre presso il salone della Parrocchia Sacro Cuore di Monteprandone. Il filo conduttore della prossima serata sarà: “Norme e principi per il servizio del Ministro straordinario della Comunione” e vedrà come relatore il Diacono Walter Gandolfi.