“Aumentare la consapevolezza sulla situazione di coloro che soffrono povertà e sfruttamento, specialmente di quanti sono prigionieri del crimine del traffico di esseri umani”. È il compito assegnato dal Papa alla Fondazione Galileo, i cui membri sono stati ricevuti in udienza. “Questo è un compito urgente ed essenziale per i cristiani di oggi”, ha esclamato Francesco, ringraziando i presenti per il “prezioso ruolo” che “svolgono nel far conoscere il messaggio salvifico del Vangelo alle persone del nostro tempo, specialmente ai nostri fratelli e sorelle più vulnerabili”. Per il Papa, “non è certo una coincidenza il fatto che ci incontriamo nella festa di santa Giuseppina Bakhita, patrona delle vittime della tratta di esseri umani”: “Ella conobbe per dolorosa esperienza personale la realtà della schiavitù e le sue conseguenze violente e umilianti. Eppure, per grazia di Dio, lei arrivò a conoscere la vera libertà e la vera gioia”. “La sua santità di vita è un richiamo non solo ad affrontare con maggiore determinazione le moderne forme di schiavitù, che sono una ferita aperta nel corpo della società, una piaga nella carne di Cristo e un crimine contro l’umanità – l’appello di Francesco – ma anche a imparare dal suo grande esempio. Lei ci insegna come dedicarci ai poveri con tenerezza, delicatezza e compassione”.
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