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“Dov’è tuo fratello?”: A San Benedetto del Tronto una mostra per incontrare il dramma delle migrazioni

Di Milena Crescenzi

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Dov’è tuo fratello?” è il titolo di un’appassionante mostra curata da Fides Vita, che ieri si è aperta ufficialmente presso la Sala Consiliare del comune di San Benedetto del Tronto, con l’incontro tenuto dal consigliere comunale Domenico Pellei, da don Armando Moriconi, parroco di San Basso a Cupra Marittima e dal giornalista Emilio Drudi.

Un percorso che, partendo dalla domanda semplice, ma disarmante che Papa Francesco ha posto l’8 luglio 2013 durante una visita a Lampedusa, desidera rendere visibile il dramma vissuto da centinaia di migliaia di persone costrette a scappare dalla loro terra a causa di guerre, carestie, fame e alla ricerca di un posto migliore.

Il titolo della mostra è un interrogativo scomodo, una domanda che provoca, che non può lasciarci tranquilli, perché le carrette del mare affondate, i centri di accoglienza, i campi profughi, i corpi che galleggiano senza vita a pochi chilometri dalle nostre coste riguardano ciascuno. Ogni giorno c’è questa umanità che bussa alla porta della nostra coscienza: la vera questione è l’alternativa tra compassione e crudeltà.

La mostra sottolinea proprio il desiderio e l’urgenza di porre al centro uno sguardo semplicemente umano, che non può che essere criterio di fondo e di giudizio della realtà tutta. Sì, perché, come ha affermato Don Armando Moriconi, una risposta veramente politica e integralmente umana nasce dalla cultura, dal modo di vedere le cose.

Domenico Pellei, richiamando le parole del Santo Padre Francesco, ha sottolineato il grande compito dei politici di oggi di fronte al dramma delle migrazioni, chiamati non a cavalcare l’onda del malcontento, ma ad essere veri “artigiani di pace” e “messaggeri” autentici di Dio, che animino le nostre società.

Don Armando Moriconi ha voluto inoltre richiamare ogni cristiano sull’importanza di impegnarsi, cioè di appassionarsi ad ogni uomo, perché amare Cristo vuol dire proprio passione per la vita di ogni persona. Riferendosi infatti al primo capitolo di Giovanni, il sacerdote ha ripreso un tratto di un intervento di Nicolino Pompei, fondatore di Fides Vita: “Non è concepibile l’amore di Dio senza l’amore all’uomo, come l’amore all’uomo senza l’amore di Dio… Non si può dire di amare Dio, di essere mossi dall’Amore di Cristo, se non si è commossi verso l’uomo ed ogni uomo prossimo. E prossimo è ogni uomo che ci accade come prossimità: la propria donna, i figli, ma anche chi si incontra per strada o andando al lavoro. Dai più prossimi fino al più estraneo, che solo per questo cominci a non sentire più estraneo e di inciampo, secondo i soliti disumani canoni di fiducia o diffidenza, simpatia o antipatia, ma come un dono che partecipa dello stesso Amore e dello stesso Destino eterno per cui Cristo è morto ed è risorto. L’altro come un dono attraverso cui Cristo ti chiama a partecipare del suo essere Amore, e del suo Amore che perdona sempre. L’altro che ti ritrovi a guardare e a riconoscere – a partire da tua moglie e dai tuoi figli – nella sua vera consistenza che è l’Amore di Dio che l’ha creato; nella tensione ad imparare ad amarlo sempre con il medesimo Amore con cui tu sei amato da
Dio e con cui Dio lo ama”.

E poi le parole del giornalista Emilio Drudi hanno aperto ancora di più gli occhi: in Italia, prove alla mano, non stiamo vivendo nessuna invasione di stranieri! Egli ha affermato con forza che non si può considerare una buona politica quella che non parla dei migranti, ma di come fermarli, quella che vanta un calo di arrivi a prescindere da quella che è la loro sorte.

Ma ciò che ha fatto davvero rabbrividire sono le testimonianze portate dal giornalista in merito ai conflitti aperti in questo
momento nel mondo, alle epidemie e alle carestie, al numero reale di profughi in tutto il mondo, alle ingenti somme versate da molti governi per costruire barriere fisiche intono all’Europa e impedire il passaggio dei migranti, per esempio i muri di filo spinato e di cemento, come se la storia nemmeno tanto lontana non ci avesse insegnato nulla.

La mostra sarà presente presso la Sala Consiliare del comune di San Benedetto del Tronto fino al 23 febbraio (orario visite dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 19.30, il sabato dalle 8.30 alle 12.30).

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