Si attenua il flusso migratorio dall’Africa e dal Medio oriente verso l’Europa. L’esito può essere ricondotto agli accordi, molto discussi, con la Libia (dove la situazione dei campi di accoglienza dei migranti è tutt’altro che vivibile, e in cui violenze e maltrattamenti vengono continuamente denunciati da osservatori internazionali e ong) e a quelli, ancor più problematici, con la Turchia. Si fanno più stretti i canali migratori dall’Africa interna. Si attenua la pressione che fino a qualche mese fa arrivava dalla situazione in Siria… Eppure anche lo scorso anno 150mila persone hanno attraversato il Mediterraneo lungo le tre “classiche” rotte (Mediterraneo orientale, verso la Grecia; centrale, verso l’Italia; occidentale, verso la Spagna), oltre alla rotta balcanica. Poi, una volta messo piede in Europa, per il migrante si aprono le procedure per l’accoglienza, il riconoscimento, l’eventuale protezione internazionale, i possibili rimpatri, oppure l’integrazione sociale. Ma questi altri aspetti non emergono dal rapporto Analisi del rischio di Frontex, agenzia dell’Unione europea, pubblicato mercoledì 20 febbraio, e concentrato soprattutto sui numeri.
Cambiano le rotte. “Nel 2018 gli attraversamenti illegali delle frontiere europee ha raggiunto il livello più basso in cinque anni, ma la pressione migratoria è rimasta relativamente elevata alle frontiere esterne dell’Ue”, si legge nel rapporto. “La cifra totale degli arrivi – 150.114 nell’anno – è scesa del 27% rispetto all’anno precedente, ed è inferiore del 92% rispetto al picco migratorio del 2015”. Ciò è dovuto, secondo Frontex, “in gran parte al drammatico calo del numero di migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale” verso l’Italia: gli arrivi attraverso questo tratto di mare sono stati 23.485.
Hanno invece attraversato il Mediterraneo occidentale, verso la Spagna, 57.034 persone, “il doppio rispetto al 2017”.
“Il numero di partenze dal Marocco è aumentato di cinque volte. La maggior parte dei migranti che hanno utilizzato questa rotta l’anno scorso provenivano da Paesi sub-sahariani, ma anche il numero di cittadini marocchini migranti è aumentato significativamente”. Il Mediterraneo orientale ha registrato un numero di migranti “leggermente inferiore rispetto alla rotta del Mediterraneo occidentale”, con 56.561 attraversamenti verso la Grecia.
La situazione nei Balcani. I Balcani occidentali “hanno continuato a essere transitati da immigrati irregolari che cercavano di raggiungere l’Europa occidentale dalla Turchia”, puntualizza il documento Frontex. Nel 2018 le due principali rotte della regione “si sono distinte, con il trasferimento di pressione tra di esse in quanto le attività di controllo alle frontiere sono state potenziate e rafforzate in alcune aree”. I migranti hanno viaggiato sia attraverso la rotta centrale della Serbia sia tramite la rotta che proveniva dalla frontiera greco-albanese, lungo il corridoio bosniaco, con meta ambita la Croazia o la Slovenia e, in misura minore, sui confini della Serbia con Ungheria e Romania.
L’anno scorso, Frontex – si legge nel rapporto Analisi del rischio – “ha iniziato a raccogliere dati dettagliati sul genere e sull’età dei migranti irregolari”.
E qui emerge il dato, drammatico, dei minori migranti, molti dei quali non accompagnati: “quasi uno su cinque di tutti i migranti rilevati lo scorso anno ha affermato di avere meno di 18 anni”. Le rotte del Mediterraneo orientale, occidentale e centrale “hanno rappresentato i principali punti di ingresso per i bambini in arrivo”.