“Incoraggiare i candidati alle elezioni al Parlamento europeo a impegnarsi per promuovere politiche favorevoli alle famiglie (family mainstreaming)”: è l’obiettivo dichiarato della campagna “Vote for the Family” lanciato dalla Fafce, la Federazione delle associazioni familiari cattoliche presenti nei Paesi dell’Unione europea (Federation of Catholic Family Associations in Europe). In vista delle elezioni del 23-26 maggio la Fafce – sede a Bruxelles, presieduta da Antoine Renard, raccoglie una quindicina di associazioni – ha prodotto un vero e proprio “decalogo”: ogni famiglia e associazione è invitata “ad alzare la voce per chiedere politiche favorevoli alla famiglia”, sulle quali impegnare i futuri eurodeputati, nella consapevolezza che “le decisioni assunte dall’Ue influenzano la vita quotidiana di ogni famiglia” in tutto il continente. Il manifesto sarà presentato a Bruxelles il prossimo 2 aprile.
Giustizia fiscale. Sostenere le voci delle famiglie è il terzo elemento sottolineato: “Le associazioni familiari sono la voce delle famiglie articolandone autenticamente i fabbisogni e aumentando il loro impegno nella società civile”. Ne consegue la necessità di far riconoscere “il contributo e il ruolo dell’associazionismo familiare nella definizione e nello sviluppo dei programmi europei”. Quarto aspetto: l’“economia al servizio della famiglia”, considerando che essa è“fonte di resilienza per la società e un aiuto nell’alleviare le difficoltà delle finanze pubbliche”.In questo senso servono “politiche pubbliche che riconoscano la dignità della famiglia e il suo ruolo economico fondamentale per il bene comune, lavorando a favore della giustizia fiscale e promuovendo buone pratiche come la ‘Carta europea della famiglia’”.
Lavoro, inclusione sociale. Il “lavoro dignitoso per ogni famiglia” è il quinto nodo da dipanare, perché la famiglia “è il naturale attore-chiave per promuovere l’inclusione sociale”. Ed ecco la richiesta di politiche che “considerino il mercato del lavoro non solo in termini di economia e di finanza, ma che si focalizzino innanzitutto sui talenti personali, come attiva modalità di partecipazione al bene comune e strumento di prevenzione della povertà”. Esplicita poi la richiesta di riconoscere il valore del lavoro casalingo e del volontariato “come fondamentali contributi di coesione sociale”. Sesto punto – una delle tradizionali “battaglie” della Fafce e delle associazioni ad essa affiliate – èl’equilibrio tra vita familiare e impegno professionale:la famiglia, spiega il manifesto steso per le prossime elezioni, “dovrebbe essere un punto da cui partire per la definizione delle condizioni lavorative, per offrire modi di vita e di condivisione del tempo tali da garantire il mantenimento di dinamiche demografiche positive e contribuire così alla coesione sociale”. Ai politici di tutti i Paesi dell’Unione si chiede di “favorire una migliore articolazione dell’equilibrio tra vita familiare e vita professionale per il bene della famiglia, includendo la domenica come giorno di riposo settimanale per tutti”.
Motore di generatività. Riconoscere la complementarietà donna-uomo è il settimo argomento sollevato: “La famiglia è motore primario di generatività di tutta la società”. L’impegno è a “riconoscere la complementarietà tra uomo e donna, rifiutando ogni tentativo di cancellare le differenze sessuali attraverso politiche pubbliche”. Ne consegue il paragrafo successivo: “rispettare e promuovere l’istituto matrimoniale”. Il documento afferma: “Vincoli familiari più forti contribuiscono a migliorare il benessere individuale.L’Unione europea e gli Stati membri sono tenuti a rispettare l’istituto del matrimonioe a promuovere le migliori pratiche per prevenire fallimenti matrimoniali”. Alla luce del principio di sussidiarietà, i candidati sono chiamati a contrastare “qualsivoglia interferenza dell’Unione europea nella definizione legale del matrimonio”.