DIOCESI – Don Gianluca Pelliccioni è parroco della Chiesa di San Niccolò di Monteprandone e direttore della Scuola di Formazione Teologica diocesana.
Può presentare la Scuola di Formazione Teologica ai nostri lettori?
La Scuola di Formazione Teologica è un servizio integrato della diocesi di San Benedetto del Tronto. Stiamo vivendo il 45 anno di attività, festeggiandolo con gratitudine al Signore. Ha sede nella curia diocesana, ma le lezioni si svolgono presso i locali dei Padri Sacramentini ogni venerdì dalle 19.00 alle 22.00 con 4 ore da 45 minuti l’una. La Scuola è una opportunità di formazione di base per chiunque voglia maturare nella fede o mettersi in ascolto o anche solo fare un percorso di approfondimento. A tutti è dato modo di intraprendere un cammino organico e impegnativo. Ci sono 14 docenti. Sono stati attivati 20 corsi distribuiti su 3 anni, per un totale di 360 ore di insegnamento. È uno sforzo importante per la nostra Chiesa diocesana. Le materie sono Teologia Fondamentale, Storia della Chiesa, Introduzione alla Liturgia, Sacra Scrittura, Morale, Ecumenismo e Dialogo Interreligioso ed altre ancora. Le materie sono divise per ambito: nel primo anno sono organizzate attorno al binomio Uomo-Dio, nel secondo e terzo anno sono organizzate attorno rispettivamente al polo cristologico e a quello ecclesiologico
Qual è la missione della Scuola di Formazione Teologica e chi sono i suoi studenti?
La missione della Scuola di Formazione Teologica è quella di permettere alla Chiesa locale e a ciascun battezzato di sviluppare e approfondire la propria fede, attraverso lo sviluppo della capacità teologica di ognuno perché la teologia appartiene a tutta la Chiesa insieme e a ogni cristiano. È la possibilità di vivere una fede pensata, un fede che abbia una capacità critica, cioè che metta in moto la ragione per discernere la volontà di Dio nella storia. Un cammino di conversione quindi. La Scuola di Formazione Teologica si colloca all’interno del ministero della Parola della Chiesa e permette di svolgere la funzione profetica che è propria di tutti i battezzati. molti dei nostri studenti sono persone che vivono un ministero all’interno della Chiesa e che desiderano svolgere un cammino di formazione permanente. Lo studio, sia svolto individualmente che insieme, permette alla Rivelazione, come dice un documento del Concilio Vaticano II, di manifestarsi nella storia.
Quali sono le iniziative extracurricolari che la Scuola di Formazione Teologica intende proporre?
La Scuola, presieduta dal Vescovo, si interfaccia con tutti gli uffici diocesani: l’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo, l’Ufficio Cultura e Lavoro per una Scuola di Formazione Socio-Politica. Prossimamente collaborerà anche con l’Apostolato Biblico. Le attività della Scuola iniziano con la prolusione, nella quale viene invitato un teologo a proporre un tema che possa interessare non solo gli studenti, ma tutti coloro che appartengono alla Diocesi. La Scuola propone inoltre un viaggio di istruzione per incontrare realtà teologiche nelle regioni adiacenti (tra un mese saremo ospiti di Mons. Bruno Forte), anche al fine di sviluppare un’amicizia con chi condivide la nostra stessa passione. Abbiamo appena concluso la prima giornata di studio, dedicata quest’anno alla bioetica, perché vogliamo metterci in ascolto e interagire con le altre discipline, ma anche con le questioni attuali del nostro tempo. Inoltre abbiamo una rivista, un sito internet www.scuoladiformazioneteologica.it. Abbiamo intenzione di proporre “Le parole della teologia”, un incontro-conferenza per iniziare a far presente che la teologia non è solo una disciplina prettamente ecclesiale, ma che ha da dire qualcosa agli uomini di questo tempo. In cantiere anche altro!
In un tempo in cui la Chiesa sembra privilegiare l’aspetto pastorale, qual è il compito della teologia?
Proprio perché la Chiesa sembra privilegiare l’aspetto pastorale, il compito della Scuola è quello di coniugare i due aspetti. La teologia è per la pastorale: una sana teologia permette una pastorale più adeguata. E la pastorale diventa un luogo teologico, che provoca la riflessione organica. La teologia serve proprio per individuare i segni dei tempi, quelli che il Concilio Vaticano II ha definito come tali, ovvero i segni di Dio nelle vicende e mediante le vicende della storia. La teologia ha da assolvere al compito di indicare alla Chiesa stessa la strada da seguire. Si tratta certamente di un contributo non esaustivo, ma che facilita e richiama al compito di ogni cristiano, quello cioè della vigilanza, che è la virtù madre di tutte le altre virtù.