“All’Unione europea non ci sono alternative. Tutti gli altri scenari possibili sono peggiori di quello che stiamo vivendo oggi. Quindi diciamo: non rinunciate all’Ue e andate a votare, seguendo i vostri valori”. È questo il “messaggio” che le Chiese cristiane d’Europa lanciano a pochi mesi dalle elezioni parlamentari europee che si terranno dal 23 al 26 maggio. A sintetizzarlo è Torsten Moritz, segretario generale della Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (Ccme), che con la Conferenza delle Chiese europee (Kek) hanno deciso di scendere in campo per informare i cittadini europei sulla posta in gioco delle prossime elezioni e, soprattutto, invitare i cristiani d’Europa a non rimanere a guardare. Nasce con questo intento – “È il nostro futuro” – un dossier agile e di facile consultazione, abbinato ad una serie di video promozionali dove i leader delle Chiese europee prendono la parola per pochi secondi invitando i cittadini europei ad andare al voto.
Primo, abbattere i pregiudizi. “Stiamo vedendo come in Europa si sta facendo sempre più fatica a capire cosa sia effettivamente il Parlamento europeo e cosa è in grado di fare”, spiega Torsten Moritz. “A questo si aggiunge un crescendo di pregiudizi. Questa istituzione viene sempre più vista non come un luogo in cui vengono prese decisioni e avviati processi, ma come un triste talkshow che non ha alcuna influenza né sulla vita delle persone né su quella dei rispettivi Paesi. Quindi, da una parte, vogliamo informare la gente su cosa è il Parlamento e, dall’altra, evidenziare una serie di tematiche per noi importanti e verso le quali il Parlamento europeo sarà chiamato ad agire in futuro”.
Il Futuro dell’Ue. Il dossier spiega – in maniera sintetica e graficamente attraente – cosa è il Parlamento europeo, quale ruolo svolge, da chi è composto e invita – per saperne di più – a consultare il sito https://www.stavoltavoto.eu/ . “La nostra comprensione cristiana pone la giustizia, la pace, la solidarietà, e la dignità umana al cuore di quello che facciamo”, si legge nel testo. “Insieme vogliamo creare un’Europa più sicura, socialmente giusta e aperta. Speriamo che questo sia anche l’impegno di quanti andranno a dare forma al futuro dell’Europa”.
Diverse sono le questioni che il dossier delle Chiese affronta. Le migrazioni; il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile; il futuro del lavoro e il modello sociale dell’Europa; la governance economica e il ruolo dell’Europa nel mondo; e infine un’“Europa più equa e inclusiva”. Non si enunciano principi, spiega il rappresentante del Ccme. Si pongono piuttosto delle domande per “mantenere il dibattito più aperto possibile”. È l’approccio con cui si affrontano le singole tematiche a fare la differenza: i punti di riferimento – si legge – sono i valori della pace, della tolleranza e della solidarietà. “Cerchiamo di costruire ponti” e “di fronte al conflitto siamo chiamati ad agire come agenti di riconciliazione”.
L’Europa alla prova del populismo e del sovranismo. Fin dalle sue origini, l’Unione europea è stata costruita come una comunità di valori condivisi ma oggi questa comunità è “sotto pressione”. “Il rischio del populismo e degli estremismi politici ha raggiunto livelli senza precedenti nella moderna storia dell’Europa”. “È vero che in questi anni, l’Europa ha commesso i suoi errori. Dalla crisi economica e dal modo con cui è stata affrontata senza uno spirito di solidarietà vera. Alla questione della migrazione dove non c’è stata una gestione condivisa. Ma noi continuiamo a dire, soprattutto a chi grida, ‘prima il mio Paese’: all’Europa non ci sono alternative”, spiega Torsten Moritz. Il dossier si conclude con una serie di proposte concrete: andare a votare; informarsi; mettersi in contatto con i candidati e condividere con loro aspettative e riflessioni; partecipare ai dibattiti locali; coinvolgere le persone; conoscere la posizione delle Chiese. Ma soprattutto esercitare il proprio diritto al voto. “È in gioco la responsabilità particolare che i cristiani sono chiamati a svolgere per la società e per il vivere insieme”, conclude Moritz. “Le elezioni si svolgeranno in pochi giorni ma saranno elezioni che avranno un impatto per molto tempo”. La Kek – Conferenza delle Chiese d’Europa – è un organismo ecumenico che riunisce 114 Chiese di tradizione ortodossa, protestante e anglicana provenienti da tutta Europa. Ha sede a Bruxelles.