Un duro colpo per tutta la Francia. Il Tribunale di Lione ha condannato il cardinale Philippe Barbarin, 68 anni, a 6 mesi di prigione con la condizionale per mancata denuncia di abusi sessuali su minori perpetrati negli anni ’70 e ’80 da padre Bernard Preynat. Le altre 5 persone della diocesi che erano state chiamate nella stessa causa, invece non sono state condannate.
Quando la sentenza è stata pronunciata, il cardinale non era presente in tribunale. L’arcivescovo ha però deciso di presentarsi alla stampa convocando i giornalisti nella casa diocesana, in avenue Adolphe Max. E davanti alle telecamere di tutto il Paese ha rilasciato una dichiarazione di 37 secondi. “Indipendentemente dalla mia sorte personale – ha detto -, prendo atto della decisione del tribunale. Ci tengo a ribadire innanzitutto la mia compassione per le vittime e il posto che loro e le loro famiglie hanno nelle mie preghiere.Ho deciso di andare dal Santo Padre per consegnargli la mia rinuncia. Mi riceverà a giorni”.
La condanna a 6 mesi nei confronti del cardinale, non convince però l’avvocato dell’arcivescovo Jean-Felix Luciani che ha annunciato ricorso in appello. Viene in particolare contestato il clima di pressione mediatica in cui si è svolto tutto il procedimento giudiziario. Un caso così sentito da aver spinto il regista francese François Ozon a farne un film, “Grâce à Dieu”, che è stato presentato all’ultimo Festival di Berlino. “È stato difficile per la corte resistere a tutta la pressione con documentari e un film”, sottolinea oggi l’avvocato.“Tutto questo pone delle vere questioni sul rispetto per la giustizia”.
La sentenza rappresenta una dura prova per tutto l’episcopato e la Chiesa di Francia. In un comunicato, la Conferenza episcopale afferma di prendere atto della decisione della corte ma di non volerla commentare. Ma poi ricorda: “Come ogni cittadino francese, il cardinale Barbarin ha il diritto di utilizzare le vie di ricorso a sua disposizione. Questo è ciò che ha fatto e noi attendiamo l’esito di questo nuovo procedimento”. Riguardo, invece, alla decisione del cardinale di presentare la sua rinuncia a Papa Francesco, i vescovi dicono che questa scelta “rientra nella sua coscienza personale” e pertanto la Conferenza episcopale si esime dal commentarla. “Spetterà al Papa darle seguito secondo quanto ritiene opportuno”.I vescovi concludono ribadendo il loro “impegno a combattere risolutamente contro tutte le aggressioni sessuali commesse dal clero sui minori”.Da parte sua, mons. Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente della Conferenza episcopale francese, “ha avuto l’opportunità di assicurare al cardinale Barbarin la sua preghiera per lui e per la Diocesi di Lione”.