Gigliola Alfaro
“Azzardo bastardo”, “Se vivi per il gioco, hai perso la scommessa”, “Quando il gioco non è più un gioco”.Sono gli slogan dei video degli studenti delle scuole della provincia di Varese che hanno vinto la sesta edizione del concorso
“Non chiamatelo gioco”,
promosso dall’Associazione And-Azzardo e Nuove Dipendenze, in collaborazione con i Comuni aderenti al Coordinamento contro l’overdose da gioco d’azzardo (ente capofila Samarate; responsabile scientifico And). In questo mese di marzo si svolgono le premiazioni dei ragazzi. And-Azzardo e Nuove Dipendenze è un’associazione di promozione sociale nata a Gallarate nel 2003, ma attiva in tutto il territorio nazionale, in particolare con azioni di formazione, ricerca e studio del fenomeno, oltre che di presa in carico clinica e legale delle famiglie, e di studio di strumenti preventivi evidence based.
Concorso per le scuole. Ogni anno le scuole del territorio della provincia di Varese sono state invitate a partecipare al contest con elaborati grafici, slogan e video originali, mettendo a fuoco un tema preciso: dal riflettere sul fatto che “il gioco d’azzardo non è un gioco” al ragionare sui “rischi del gioco d’azzardo”, quindi sui “danni da gioco d’azzardo passivo”, sino ad arrivare a trattare temi di riflessione più specifici quali ad esempio “gioco d’azzardo e menzogna” oppure “il gioco d’azzardo è ovunque”.Tutto ciò con l’obiettivo di promuovere “maggiore consapevolezza su questa attività rischiosa che spesso viene proposta invece come ludica e senza controindicazioni particolari”.Gli insegnanti hanno supportato i ragazzi nella formulazione dei prodotti da proporre, cogliendo l’occasione per affrontare con loro il tema del gioco d’azzardo e delle sue conseguenze.
In sei edizioni sono state coinvolte oltre 3000 persone, tra studenti, docenti, genitori e amministratori.
Ragazzi a rischio. Da alcuni studi, condotti dall’associazione negli ultimi mesi in collaborazione con il Chuv di Losanna su un ampio campione di studenti delle scuole superiori della provincia di Varese (più di 2500 giovani), nella fascia di età 14-19 anni “metà dei giovani consultati giocano o hanno giocato a dei giochi d’azzardo”. Anche “i minorenni risultano già molto implicati nel gioco d’azzardo (a dispetto del fatto che per loro sarebbe illegale farlo) e cominciano a giocare presto”:“Ha giocato d’azzardo per la prima volta prima dei 18 anni (cioè da minorenni) l’89,8% del campione (il 44,8% lo ha già fatto almeno una volta prima dei 14 anni e il 44,9% lo ha fatto tra i 15 e i 17 anni), spesso con coetanei minorenni (38%)”.Ma “circa il 54% di loro lo ha fatto con familiari adulti (ben il 30% con i genitori, i restanti con nonni, zii o altri parenti maggiorenni)”. Il 40% usa per giocare i soldi dati dai genitori, il 20% soldi destinati ad altro (pranzo, uscite, ricariche…), il 10% li prende in casa senza chiederli. I giochi più praticati sono decisamente quelli dell’offerta “fisica” in bar e tabaccheria e sono in molti a giocare in questi luoghi, anche sotto i 16 anni: i giochi d’azzardo più gettonati sono Gratta e vinci e Scommesse sportive (30% ciascuno). Agli apparecchi giocano il 10% dei ragazzi. Le scommesse sportive online (il gioco più praticato on-line) rappresenta solo il 10% delle preferenze (1/3 dell’offerta off-line).Il tasso di gioco problematico è alto soprattutto tra i minorenni. Manifestano gioco problematico il 9,2% del campione e sono a rischio il 17,5%.
Coinvolgere le famiglie. “L’obiettivo delle premiazioni di quest’anno è anche quello di avvicinare le famiglie coinvolgendole attivamente nella riflessione su questa tematica, perché sono proprio loro il vero motore di qualsiasi azione finalizzata alla promozione di stili di vita sani – afferma la psicologa e psicoterapeuta Daniela Capitanucci, socio fondatore di And -. La nostra ricerca ha mostrato che
gli adolescenti cominciano a giocare d’azzardo in famiglia, ancor prima che con i loro coetanei”.
Come interrompere la catena? “Incidendo sui modelli adulti – prosegue – Capitanucci -: un adulto, che gioca d’azzardo davanti a un giovane, o con un giovane, o che è tollerante verso la diffusione dell’azzardo dovunque, fornisce un modello che invita il minorenne a giocare a sua volta un domani che ne avrà l’occasione. L’azzardo passerà come un comportamento normale e accettabile, persino come un ‘valore’ culturale sostitutivo di impegno, risparmio, competenze…”.
“Azzardo ti vinco”. La prevenzione, secondo la psicologa, “oltre che con i giovani, che dalla qualità degli elaborati raccolti nel concorso mostrano di avere le idee piuttosto chiare sull’azzardo, andrebbe fatta con i loro familiari, i quali forse sottovalutano i rischi di questo comportamento che ormai ha paradossalmente raggiunto una dimensione di accettabile normalità. Parrebbe, infatti, che sono i nonni i primi ad acquistare il Gratta e vinci, per grattarlo con un nipote; i genitori, che non si pongono problemi nel fare un tiro alla slot del bar alla presenza di un figlio; oppure i padri, che guardando una partita di calcio ci scommettono sopra denaro, stabilendo una sorta di complicità con i loro figli…”. Ecco allora che “durante la premiazione è stato dato ampio merito agli straordinari lavori preparati dai giovanissimi ragazzi delle scuole medie, ma si è scelto di parlare anche ai loro genitori, per coinvolgerli e responsabilizzarli in modo che siano essi stessi il modello della prevenzione per i loro figli – afferma Capitanucci -:i ragazzi osservano i comportamenti degli adulti e poi li replicano; pertanto, puntiamo a promuovere una nuova consapevolezza negli adulti al fine di sostenere le famiglie nel loro ruolo educativo gambling-free”.“È questa la nostra sfida futura, per un solo risultato:
#azzardotivinco”,
conclude la socia fondatrice di And.