GROTTAMMARE – Vitale, lucido, emozionato. Così si è presentato presso la chiesa Madonna della Speranza, Don Pietro Rossi, alla Santa Messa presieduta dal Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani, in occasione dei 95 anni del parroco emerito di San Martino.
Don Pietro attualmente celebra quotidianamente la funzione in casa e la domenica concelebra la Santa Messa presso la Parrocchia Madonna della Speranza.
Il Vescovo Carlo Bresciani durante l’omelia ha affermato (omelia trascritta da Patrizia Neroni): La liturgia di oggi ci dà delle indicazioni molto importanti e vere.
Il primo insegnamento lo traiamo dalla Prima Lettura. Mosè dice al popolo: “Ricordati che mio padre era un arameo errante”, cioè un nomade che è stato anche esiliato, ma Dio lo ha recuperato. Dobbiamo recuperare la storia della presenza di Dio dentro la nostra vita, dentro la nostra comunità e rileggerla. Forse troppo spesso ci dimentichiamo di cosa Dio ci ha donato, di ciò che Dio ha fatto per noi nell’arco della nostra vita. Una volta recuperata la memoria dobbiamo essere grati: infatti poi Mosè dice di presentare le offerte come ringraziamento. Il ricordo del novantacinquesimo anno di don Pietro ha a che fare con questa “memoria grata” che sa rendere grazie per quello che ha.
Molto spesso ci fermiamo a guardare quello che ci manca e ci dimentichiamo di quello che Dio ci ha donato. Oppure pensiamo che quello che abbiamo venga solo dalle nostre opere. Certamente Ci sono anche la nostra opere. Infatti quando noi offriremo pane e vino diremo frutto del lavoro dell’uomo, ma tutto questo è frutto anche dell’Amore di Dio. Dobbiamo dunque avere un atteggiamento interiore che sa leggere la presenza di Dio che ci accompagna nella vita. Oggi ci dimentichiamo forse un po’ troppo spesso di questo e pensiamo che bastiamo a noi stessi. Ci dobbiamo rendere conto che dipendiamo anche da Dio: se non ce ne rendiamo conto, finiremo per dipendere da quello da cui dipendono anche gli altri. Le uniche cose che nella vita ci danno felicità sono quelle che vengono da Dio. Questo è il primo passo.
Il secondo insegnamento lo traiamo dall’esempio di Gesù nel Vangelo. Anche il Signore ha avuto la sua Quaresima. Per quaranta giorni nel deserto Gesù si è staccato da tutto ciò che poteva diventare distrazione nell’incontro col Padre. In quel momento Gesù si trova di fronte alle tentazioni, quelle tentazioni che, tutto sommato, sono le tentazioni che ciascuno di noi incontra nella propria vita. In questo Gesù non è diverso da noi.
Gesù ha fame e la tentazione si presenta in modo allettante, perché se non fosse così non sarebbe tentazione. Allettante nel senso che fa apparire il male come se fosse bene. Se ce ne accorgiamo, ce ne accorgiamo spesso quando è troppo tardi. Invece Gesù, davanti alla tentazione, sa che è male. Gli viene detto: “Fai che queste pietre diventino pane”, fai cioè in modo di tradurre tutto, diremmo noi oggi, in aspetto economico.
Prendi tutto fai dipendere tutto dall’aspetto economico. La verità è, come dice Gesù, che non viviamo di solo pane, non viviamo solo di cose materiali. Abbiamo bisogno anche di altro, perché la nostra vita è fatta di altro. Perché siamo qui questa domenica a celebrare questa santa Messa? Proprio perché riconosciamo che non viviamo soltanto di pane. Altrimenti, scusate la domanda che ci facciamo qui? Se non perché riconosciamo che non viviamo solo di lavoro, di economia, di cose materiali? Cose di cui certamente abbiamo bisogno, ma quando appiattiamo la nostra vita a queste cose, noi, non solo perdiamo tempo, ma perdiamo anche il giusto rapporto tra di noi. Gesù ci dice che bisogna resistere a questa tentazione. La grandezza di un uomo non è data da quanto è pieno il suo portafoglio o da quanto è pieno il suo conto in banca. La grandezza di un uomo è data da altro ed è questo che Gesù ci vuole insegnare. La grandezza dei nostri figli non sta nel fatto che avranno una casa bella o un’eredità copiosa. Sta in qualcosa di più forte. Qui c’è l’insegnamento e qui c’è la tentazione alla quale tutti dobbiamo resistere, perché ci sia lo spazio per Dio. Lo spazio per Dio è lo spazio della vostra autentica umanità”.
Durante la celebrazione, molti fedeli che sono cresciuti con Don Pietro, si sono commossi nel sentire le parole dell’amato sacerdote. Presente anche il Sindaco di Grottammare, Enrico Piergallini.
Al termine della funzione, a nome della comunità parrocchiale, è intervenuta Stefania Santori:
È seguito l’intervento di Don Pietro che parlato brevemente portando il suo saluto e il suo ringraziamento all’intera comunità parrocchiale:
A conclusione della mattinata di festa, tutti i presenti hanno preso parte ad un momento di convivio, organizzato all’esterno della chiesa parrocchiale, per festeggiare insieme il decano dei sacerdoti della diocesi.
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