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Papa in Campidoglio: anche Bergoglio diventa “civis romanus”

M.Michela Nicolais

Il 26 marzo Papa Francesco salirà per la prima volta in Campidoglio, sede del Comune di Roma, per rispondere all’invito formulato a suo tempo dalla sindaca Virginia Raggi, che era stata ricevuta in udienza in Vaticano il 1° luglio 2016. Bergoglio sarà il Quarto papa a recarsi sul colle dove ha avuto origine la storia ormai più che bimillenaria della Capitale: prima di lui hanno compiuto lo stesso tragitto San Paolo VI, San Giovani Paolo II e Benedetto XVI.

I mali di Roma. Dieci anni dopo il suo predecessore, Papa Francesco si appresta dunque a tenere un atteso discorso che, probabilmente, toccherà anche i “mali di Roma”, per usare il celeberrimo titolo del convegno diocesano che risale ormai ad oltre 40 anni fa. E proprio nel suo discorso alla diocesi, il 14 maggio scorso, il vescovo di Roma aveva fatto cenno alle “malattie spirituali” elencate nell’Evangelli gaudium, auspicando una “conversione pastorale” che non abbia paura di “lasciarci mangiare” dalla realtà. Roma ha bisogno di una “rinascita morale e spirituale”, aveva detto il 15 giugno 2015 il Papa, aprendo il convegno ecclesiale della sua diocesi. La cura, per il Santo Padre, consiste in sintesi nel saper “ascoltare il grido del popolo”, per “un cammino di guarigione” accanto alla gente. A partire da quella più anonima, dalla capacità di saper intercettare il disagio delle periferie e di chi vive ai margini, alle prese con le vecchie e nuove povertà.

Civis romanus. La prossimità al popolo di cui si è pastori, del resto, era stata testimoniata da tutti e tre i suoi predecessori. “Non ci mancano i titoli per appartenere al popolo di Roma”, aveva detto Paolo VI nella sua visita al Campidoglio, il 16 aprile 1966: “Ci sentiamo fieri e onorati di far nostra la professione di San Paolo, come quella d’un’eccellente umana dignità: civis romanus, cittadino romano: teniamo anche noi a proclamarci tali”. “Sono cittadino romano”, gli ha fatto eco, 32 anni dopo, Giovanni Paolo II, nell’analoga visita del 15 gennaio 1998: “Civis romanus, in Campidoglio mi sento a casa, sento Roma come città multiculturale e multietnica”. Infine, Benedetto XVI, il 9 marzo 2009: “Vivendo a Roma da anni sono diventato romano”. Paolo VI, inoltre, aveva ricordato che circa un secolo prima si era recato sul colle capitolino Pio IX, ma “quanto diversamente: noi non abbiamo più alcune sovranità temporali da affermare quassù”. Il Papa polacco, invece, aveva sottolineato che “la Roma cristiana e la Roma civile non sono contrapposte, non sono alternative”, ma “unite insieme, nel rispetto delle diverse competenze”. Così, “il discorso su Roma diventa esemplare del rapporto della Chiesa con la società”. Di qui l’appello ai romani: “Rimanete fedeli agli intramontabili valori della vostra civiltà, vivificata dalla fede cattolica, per andare veramente avanti, senza complessi, sulla strada della costituzione di una civiltà a misura d’uomo, ospitale per tutti”. Improntato alla difesa dei diritti fondamentali della persona, “nel rispetto della legalità”, il discorso del Papa emerito, secondo il quale “Roma saprà trovare la forza per esigere da tutti il rispetto delle regole della convivenza civile e respingere ogni forma di intolleranza e discriminazione”. “Tutti si facciano nuovamente carico delle esigenze dei più disagiati, sentendosi partecipi di un’unica famiglia”, l’invito finale. E nel Te Deum del 31 dicembre scorso, nella basilica di San Pietro, proprio alla presenza della sindaca Raggi, Papa Francesco ha fatto riferimento alla condizione di “tanti uomini e donne” che “hanno vissuto e vivono in condizioni di schiavitù, indegne di persone umane”.

Il programma. Il 26 marzo il Papa arriverà in auto, alle 10.30, in Campidoglio, nell’area di Sisto IV, dove verrà accolto dalla sindaca Raggi e dagli squilli di tromba dei fedeli di Vitorchiano. Il Santo Padre e la sindaca, attraverso lo scalone di Sisto IV, raggiungono poi l’interno del Palazzo Senatorio e in ascensore salgono al primo piano, dove nella Sala dell’Orologio incontra brevemente la famiglia della prima cittadina. Nello studio della sindaca, il Papa si affaccerà dal balcone con vista sui Fori Romani, prima dell’inizio del colloquio privato. Il discorso del Santo Padre è previsto alle 11.30, nell’Aula Giulio Cesare, al termine del quale Raggi annuncerà l’istituzione di una borsa di studio e l’intitolazione della Sala Della Piccola Protomoteca alla Laudato si’ di Papa Francesco. A ricordo della sua visita, il Santo Padre donerà un mosaico riproducente il Colosseo e le medaglie del Pontificato. Alle 12.15, il Santo Padre e la sindaca si affacceranno dalla Loggia del Palazzo Senatorio: da qui Francesco dirà alcune parole per salutare i cittadini presenti nella piazza. Infine, nella Sala Della Protomoteca, il Papa saluterà una rappresentanza di dipendenti capitolini con i familiari. Il congedo dal Campidoglio è previsto alle 12.30.

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