DIOCESI – La responsabile dell’Ufficio Diocesano Servizio IRC, Pina Mozzoni, risposto alle nostre domande fornendoci così un’attuale “fotografia” della situazione dell’insegnamento e degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole.
Pina, è cambiato, e se si come, il ruolo dell’IRC nella scuola negli ultimi anni?
Dal Concordato del 1929 l’IRC è stato esteso a tutti i gradi scolastici in maniera obbligatoria. Nella Legge n ° 810 del 1929 si parla, infatti, di impostazione catechetica secondo i programmi da stabilirsi tra la Santa Sede e lo Stato Italiano e a quel tempo era considerato solo una tappa intermedia nel processo formativo, motivo questo dell’iniziale esclusione nella scuola superiore. Con la revisione del nuovo accordo del 1984 e “ (…) riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano (….)” , l’insegnamento della RC viene impartito nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado.
Emerge sin da subito dunque come l’IRC accetti le finalità della scuola e garantisca l’autenticità e l’oggettività della proposta; inoltre si configura come un insegnamento che ha “rispetto della libertà di coscienza”, offerto a tutti ma non imposto a nessuno, senza che la scelta di avvalersene o meno possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione.
Dal nuovo accordo di Revisione del Concordato vengono, inoltre, determinati i programmi dell’IRC per i diversi ordini e gradi di scuola, la modalità di organizzazione di tale insegnamento, i criteri per la scelta dei libri di testo e i profili della qualifica professionale degli insegnanti.
Nel documento della CEI “ Insegnare Religione Cattolica oggi “ (1991), l’IRC viene descritto come un servizio educativo in una scuola che vuole formare ed educare la persona nella sua interezza, una disciplina che promuove l’acquisizione della cultura religiosa nel quadro delle finalità di ciascun grado e ordine di scuola. Quest’ultima asserzione è importantissima perché permette il distinguere l’IRC dalle altre forme di insegnamento che sono proprie della comunità cristiana, ad esempio il catechismo. E’ vero che tra l’IRC e la catechesi esiste una complementarietà e un collegamento perché hanno un contenuto sostanziale comune ma è anche vero che sono ben distinti nella finalità e nel metodo. Nelle lezioni di RC a scuola non si ripete il catechismo, ma si svolgono programmi stabiliti in conformità agli obiettivi della Scuola e proposti secondo le metodologie proprie dei diversi ordini e gradi di Scuola.
Oggi nella Scuola si parla di competenze che coinvolgono anche la Religione Cattolica, competenze che contribuiscono ad accompagnare il percorso di formazione personale del bambino, adolescente, giovane ad una cittadinanza unitaria e plurale. Il profilo per competenze esplicita che la Scuola deve aiutare a sviluppare l’alunno in relazione ai tre grandi ambiti: aspetto antropologico-esistenziale, storico-fenomenologico e biblico-teologico.
In un cammino di riforme in atto, l’ IRC non è estraneo né marginale al processo scolastico ma si inserisce armonicamente nel contesto della vita della scuola, rispettandone e valorizzandone le finalità e i metodi propri e come la scuola affronta molti cambiamenti, così anche l’IRC è coinvolto in questo cambiamento culturale, sociale e religioso.
Oggi l’IRC non richiede di per sé che l’alunno aderisca personalmente o la famiglia al credo religioso cristiano ma che percepiscano e riconoscano valori generalmente vissuti e condivisi, valori che nel nostro Paese sono parte integrante del patrimonio storico culturale. Infatti oggi è possibile trovare nelle nostre aule, durante l’ ora di Religione, alunni non credenti, di altre confessioni religiose come quelli appartenenti alla religione islamica.
Chi è il docente di Religione Cattolica?
Come ogni docente, l’Insegnate di Religione (IdR) è una figura importante nella Scuola in quanto referente sia per gli studenti che per i genitori, in grado di realizzare un rapporto interpersonale a vantaggio del ruolo di educatore. L’ IdR è un professionista della scuola riconosciuto idoneo dalla Chiesa, è un uomo di sintesi tra fede e cultura, tra vangelo e storia, tra i bisogni degli alunni e le loro aspirazioni profonde. L’opera educativa del docente di religione tende a far acquisire agli alunni la capacità di accogliere criticamente i messaggi religiosi, morali e culturali che la realtà offre, aiutandoli a coglierne il senso della vita.
Il docente RC è chiamato a fare sintesi anche sul piano del rapporto con gli alunni e ciò comporta che il docente debba favorire un dialogo e un confronto aperti e costruttivi tra gli alunni e con gli alunni per promuovere, nel rispetto della coscienza di ciascuno, la ricerca e l’apertura al senso religioso e la comprensione dei valori in vista di scelte libere e responsabili.
Inoltre il docente di religione è chiamato a un lavoro di sintesi sul piano del rapporto tra la comunità ecclesiale e la comunità scolastica. Infatti il docente RC è mandato dal Vescovo diocesano nelle scuole ubicate nel territorio diocesano per “retta dottrina, per testimonianza di vita cristiana e per abilità pedagogica”. L’idoneità rilasciata dal Vescovo diocesano non è paragonabile a un diploma che abilita a insegnare RC ma è una particolarità importante in quanto si stabilisce tra la comunità ecclesiale in cui vive e il docente un rapporto di comunione e di fiducia finalizzato a un servizio nella Scuola.
Oggi, con il DPR175/12, per svolgere questo servizio occorrono dei titoli ben precisi, ovvero un titolo accademico (Baccalaureato, Licenza o Dottorato) in Sacra Teologia o nelle altre discipline ecclesiastiche, conferito da una facoltà approvata dalla Santa Sede o una Laurea Magistrale in Scienze Religiose conseguita presso un Istituto Superiore di Scienze Religiose approvato dalla Santa Sede.
Nella nostra Diocesi i docenti in servizio negli Istituti presenti sul territorio diocesano sono 64, di cui 22 a tempo indeterminato, 9 docenti compresi tra sacerdoti e diaconi permanenti e altri 10 docenti con Laurea in Magistero in Scienze Religiose sono presenti nella lista per eventuali supplenze durante il corso dell’anno scolastico.
Anche io sono una docente RC nella Scuola Secondaria di 2° grado a cui il Vescovo Carlo ha chiesto di mettersi a servizio dei docenti RC della Diocesi.
Quanti studenti si avvalgono dell’IRC nella nostra Diocesi?
Nella nostra Diocesi il problema di quanti si avvalgono e quanti non si avvalgono si potrebbe quasi dire che non esiste. Infatti dalle indagini svolte sul territorio della nostra Diocesi, dall’anno scolastico 2010/11 ad oggi il calo è dell’ 1% ed è dovuto soprattutto alla diminuzione di natalità.
In questi ultimi quattro anni, negli istituti scolastici ubicati nel territorio diocesano sono diminuite classi o sezioni e di conseguenza si è assistito ad una diminuzione di ore disponibili per l’IRC.
Infatti la gran parte dei docenti a tempo determinato non raggiunge il monte ore di insegnamento per quell’ordine di scuola di riferimento ed alcuni docenti insegnano anche in più istituti scolastici.
Qual è il ruolo dell’Ufficio Diocesano Servizio IRC?
Uno dei diversi compiti del Servizio IRC è quello di far crescere nelle comunità cristiane la consapevolezza del valore formativo e pastorale dell’IRC e curare la gestione dell’IRC nei diversi gradi e ordini di scuola secondo le normative vigenti.
Un altro compito importante è quello di contribuire a formare un corpo docenti IRC professionale e qualificato: infatti, dopo la formazione iniziale di competenza degli Istituti di Scienze Religiose o Facoltà teologiche, il Servizio IRC si occupa della formazione permanente degli IdR (sia di quelli in servizio sia di quelli in attesa di un eventuale incarico).
Altro compito è quello di curare i rapporti con gli Istituti di Scienze Religiose delle Marche e con i Dirigenti Scolastici degli Istituti presenti nel territorio diocesano.
Il responsabile del Servizio IRC, nominato dall’Ordinario Diocesano, non può e non deve, però, fare tutto da solo: è, infatti, supportato da un’èquipe di docenti (rappresentanti sia dei vari ordini di scuola sia delle varie zone del territorio diocesano) con il quale predispone di anno in anno un percorso di formazione specifico per docenti di RC, secondo le linee guida pastorali diocesane.
Consiglieresti ad un giovane di intraprendere gli studi in un Istituto di Scienze Religiose?
Ad una persona che bussa alla porta dell’Ufficio, inviterei ad intraprendere questi studi innanzitutto come formazione personale per approfondire e rimotivare il proprio cammino di fede.
A chi si iscrive con il solo obiettivo di un eventuale inserimento nella Scuola, consiglierei infatti di riflettere meglio sulle motivazioni e nel colloquio, come abbiamo sempre fatto, illustrerei la situazione diocesana dei docenti RC proprio per non creare false aspettative.
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