“Non si può ignorare che il Sinodo speciale abbia qualcosa di importante da dire a tutta la Chiesa. Fin dalla sua convocazione, il Sinodo sta sortendo l’effetto di destare l’interesse di molti fedeli su un’area spesso dimenticata, anche a causa della sua lontananza”. Lo scrive mons. Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, nel numero di aprile di Vita pastorale, anticipato al Sir. Ricordando che “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale” è il titolo del Sinodo, mons. Fabene segnala che “ci permette subito di comprendere i due temi principali, tra loro strettamente connessi, sui quali dovranno confrontarsi i padri sinodali”. Il primo è quello della Chiesa, cioè “le questioni relative all’evangelizzazione, alla catechesi, alla liturgia, alla vita sacramentale, ai ministeri ecclesiali”. Il secondo, “l’ecologia integrale”. L’impegno dell’assemblea speciale del prossimo autunno indicato dal sottosegretario del Sinodo è quello di “prospettare nuove strade, nuovi itinerari, nuovi percorsi, offrendo al Papa delle proposte concrete su cui egli sarà chiamato a pronunciarsi”. “Pur trattando dei problemi amazzonici, c’è da attendersi che il Sinodo getti una luce anche sulla realtà delle nostre Chiese occidentali”, evidenzia mons. Fabene alla luce di una consapevolezza: “Di fronte a un Occidente in crescente difficoltà, siamo noi a dover imparare qualcosa da una Chiesa giovane e vivace, coraggiosa e fraterna, benché afflitta da tanti problemi, qual è la Chiesa amazzonica”.
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