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Sicurezza scuole. Save the Children e Cittadinanzattiva chiedono una legge e presentano un manifesto

Un manifesto in nove punti per una proposta di legge sulla sicurezza scolastica che superi l’attuale frammentazione normativa e garantisca a studenti, insegnanti e personale non docente spazi sicuri e protetti dove apprendere e lavorare senza rischiare la vita. A presentarlo oggi 2 aprile a Roma, presso la sala stampa della Camera dei deputati, sono Save the Children e Cittadinanzattiva. A 10 anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila e i quasi 60 comuni del cratere,

17.187 edifici scolastici, pari al 43% del totale, si trovano in aree con pericolosità sismica alta o medio-alta

e sono frequentati da circa 4 milioni e mezzo di studenti, spiegano le due organizzazioni. Oltre la metà dei 40.151 edifici di proprietà di Comuni, Province e Città metropolitane – 22mila – è stata costruita prima del 1970 solo il 53,2% possiede il certificato di collaudo statico e il 53,8% non ha quello di agibilità o abitabilità. Dall’inizio dell’anno scolastico 2018-2019 ogni tre giorni si sono registrati episodi di distacchi di intonaco e crolli (47) all’interno degli istituti; negli ultimi 5 anni se ne sono verificati oltre 250. Un’insicurezza che ha provocato, a partire dal 2001, 39 giovanissime vittime. Tra loro, i 27 bambini della scuola “Francesco Iovine” di San Giuliano di Puglia (Campobasso), che morirono il 31 ottobre 2002 durante il terremoto che colpì Puglia e Molise, e Vito Scafidi, morto il 22 novembre 2008 a seguito del crollo di un controsoffitto nel Liceo “Darwin” di Rivoli (Torino).

Illustrando il manifesto, Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa di Save the Children, spiega che il diritto alla sicurezza scolastica comprende “elementi di sicurezza strutturale e antisismica, urbanistici, architettonici, di abitabilità, salubrità, comfort, assenza di barriere architettoniche e complessiva accessibilità”. Per la relatrice le famiglie hanno diritto anche ad “una piena informazione sulla condizione degli edifici che i loro figli frequentano”; pertanto devono poter accedere all’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Terzo punto, aggiunge Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, garantire “la partecipazione civica” alle attività connesse alla sicurezza. Una proposta di legge che pone al centro “la partecipazione dei cittadini per la messa in sicurezza, la ricostruzione e costruzione di nuovi edifici scolastici” può diventare “un terreno di impegno comune per organizzazioni civiche, comitati e istituzioni”, afferma ringraziando i parlamentari di diversi schieramenti presenti che si impegnano a sostenere l’iniziativa e ai quali chiede di “farsi carico delle proposte, facendosi promotori di un disegno di legge da approvare nel più breve tempo possibile”.

Quarto punto del manifesto: una definizione chiara di responsabilità e obblighi dei soggetti istituzionali coinvolti – dirigente scolastico, proprietario dell’edificio, Prefetto, enti locali, autorità giudiziarie. Necessario, inoltre, garantire un supporto tecnico permanente a favore degli enti locali per affiancarli in tutte le fasi degli interventi: progettazione, aspetti finanziari, gare d’appalto, monitoraggio interventi realizzati. E ancora: superare l’attuale frammentazione delle fonti di finanziamento per la sicurezza delle scuole attraverso l’unificazione dei fondi. Il settimo punto sottolinea l’importanza di fare della cultura della prevenzione e della sicurezza un “obiettivo primario, condiviso e realizzabile”; il penultimo chiede di prevedere un sostegno psicosociale per bambini e ragazzi coinvolti nelle emergenze. Importante la rappresentanza in giudizio prevedendo che che associazioni “con comprovata esperienza e competenza in materia di sicurezza scolastica” possano intervenire in giudizio a tutela dei bambini e delle comunità interessate e che le vittime di eventi emergenziali siano ammesse al patrocinio a spese dello Stato per la costituzione di parte civile nel procedimento penale e per tutti i procedimenti civili e amministrativi relativi al danno subito.

Il governo ha sbloccato 5.3 miliardi per la sicurezza scolastica”

afferma Luigi Gallo, presidente Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, che tra i problemi legati alla sicurezza richiama il sovraffollamento delle classi: “40 mila con più di 25 alunni e 2 mila con più di 30 alunni; un problema che stiamo affrontando in Commissione”. Per Maria Rita Pitoni, ex preside Istituto onnicomprensivo Amatrice, “serve un piano pluriennale di ricostruzione degli edifici”. “Dobbiamo tutelare gli alunni affidatici, eppure – avverte – nelle scuole ‘sismiche’, anziché alleggerire gli edifici stiamo inserendo nello stesso istituto tre scolaresche, ma un conto è uscire in caso di evacuazione in 400; un conto è farlo in 800”. “Noi presidi – conclude – abbiamo pochi strumenti e tanta burocrazia”.

“Sono trascorsi 17 anni da quel tragico evento. Se siamo ancora qui è perché qualcosa non è stato fatto. Questa è l’ennesima proposta che presentiamo, speriamo sia quella buona”, dice Antonio Morelli, presidente Comitato vittime della scuola di San Giuliano di Puglia e padre di una bimba morta a sei anni sotto le macerie. Morelli chiede di individuare le responsabilità penali di ogni singolo soggetto, suggerisce un’assicurazione obbligatoria per i proprietari degli immobili e annuncia la costituzione di un coordinamento nazionale di cui fanno parte anche i familiari delle vittime di Rigopiano, della scuola di Amatrice e del ponte Morandi a Genova.

“Non c’è prezzo per la vita di un figlio”, chiosa Cinzia Caggiano, mamma di Vito Scafidi, lanciando un appello con voce che tradisce l’emozione ancora viva: “Dobbiamo mettere in sicurezza le scuole nelle quali c’è il tesoro più prezioso di una nazione: il futuro.

Tutti insieme, senza colori politici affinché queste vittime non siano morte invano”.