MONTALTO DELLE MARCHE – Domenica 7 aprile alle ore 10.15 il Vescovo Carlo Bresciani presiederà la Santa Messa in occasione della riapertura della Chiesa di Santa Lucia (località Porchia), chiusa da due anni e mezzo a causa dei danni subiti dal terremoto e dei necessari interventi di restauro.
L’ingegnere Piergiorgio Carosi che ha coordinato i lavori, contattato dalla nostra redazione, ha dichiarato: “Il costo dell’intervento si aggira attorno ai 300.000 €. Gli interni con murature a sacco erano grandemente lesionati e per i lavori di ripristino è stato necessario parecchio tempo. Nel cantiere hanno lavorato l’architetto Simona Carlini e l’impresa edile Mariani di Ascoli Piceno. Questa è la decima di undici chiese sulle quali siamo intervenuti e che riconsegniamo: Rimane ora solo la chiesa di Montelparo per la quale sarà ancora necessario un paio di mesi”.
Grande soddisfazione ha espresso Don Lorenzo Bruni che così ha raccontato le gioie e le fatiche che hanno portato alla riapertura della chiesa: “Sono passati quasi due anni e 9 mesi dal terremoto del 24 agosto 2016 e nonostante i disagi questo è stato un tempo prezioso per comunità di Porchia che è formata da circa 400 persone. La chiusura della chiesa, oltre a privare la comunità delle celebrazioni liturgiche, ha tolto luce e vita al centro cittadino. La comunità ha risposto con vivacità a questi problemi e, in assenza delle celebrazioni nella chiesa di Santa Lucia, si è spostata in quella di Sant’Antonio di Padova. Poi, quando anche questa chiesa è stata dichiarata inagibile, i fedeli sono stati ospitati prima nel frantoio della famiglia di Gabriele Cocci in contrada Maliscia e poi per 11 mesi in una ex officina della famiglia di Luigi Moretti. Domenica scorsa in questo luogo si è tenuta l’ultima celebrazione e abbiamo tutti visto la commozione della famiglia Moretti che ha vissuto questo tempo come un impegno, ma anche come un grande onore. Possiamo dire che la comunità di Porchia ha rivissuto l’esperienza dei primi cristiani che celebravano i loro riti nelle domus ecclesiae. Tante persone hanno lavorato per la ricostruzione dallo Stato al Vescovo, dal Sindaco all’impresa edile per giungere all’impegno dei tanti parrocchiani che si stanno facendo in quattro per l’animazione della messa di domenica, per l’addobbo e la pulizia della chiesa e per il rinfresco che ci sarà dopo la celebrazione: tanti volti che si sono incontrati e interfacciati per ricostruire la comunità”.
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