I cristiani scacciati nel 2014 dalla Piana di Ninive e perseguitati dall’Isis “sono i profeti di oggi e ci dicono che essere fedeli a Gesù ha sempre un prezzo, non è mai gratuito. Restare dentro il suo amore richiede sempre una decisione”. Lo ha detto mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, nell’omelia della messa celebrata questa sera a Rimini durante la 42ª Convocazione nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS). Commentando le letture e soffermandosi sulla figura del profeta Geremia, “fedele e innamorato di Dio”, l’arcivescovo ha ricordato come l’amore dei cristiani iracheni per Gesù li ha portati a rifiutare ogni compromesso: “Davanti alla minaccia di Isis, ‘convertitevi, pagate la tassa o andatavene pena la morte’, nessuno ha accettato il compromesso, hanno rinunciato a tutto, perso tutto, la casa, il lavoro, prospettive. Sono partiti dall’oggi al domani, portando pochissime cose per andare verso l’ignoto. Ancora oggi molti sono in attesa di sapere dove andare e sono parcheggiati soprattutto in Libano e in Giordania. Non hanno rinunciato a Gesù e si sono portati via la fede in Lui. Queste comunità sono i profeti di oggi e ci dicono che essere fedeli a Gesù ha sempre un prezzo, non è mai gratuito. Restare dentro il suo amore – ha sottolineato mons. Pizzaballa – richiede sempre una decisione. Decidersi per Cristo. I cristiani di Ninive dovevano prendere una decisione in quel momento: hanno scelto di andarsene piuttosto che rinunciare a Cristo. Sono rimasti fedeli a lui. Anche nei nostri piccoli contesti rifuggiamo la tentazione del compromesso per non essere infastiditi e restare tranquilli. L’incontro con Gesù ci porta ad una decisione chiara, determinata e determinante verso la vita e la società”.