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Una decrescita non felice

Andrea Casavecchia

L’Unione europea negli ultimi anni ha fortemente ridotto le emissioni di gas serra. È stato un risultato molto importante, perché il gruppo dei Paesi del Vecchio Continente è riuscito a svincolare il rapporto tra crescita del Pil e aumento dell’inquinamento. Per un periodo di tempo – negli ultimi 10 anni ci dicono gli esperti – il rapporto si è ridotto. Però il problema da rilevare è che nello stesso periodo anche l’economia non è cresciuta molto, a causa della crisi che è stata attraversata.
Tra le conseguenze si è assistito a una crescita delle disuguaglianze e poi una sofferenza dei sistemi politici e della democrazia. Così finisce che una decrescita subita ha avuto un effetto positivo per ridurre l’impatto ambientale, ma negativo sul benessere della società.
Serve uno sforzo progettuale per mantenere in equilibrio ambiente, economia e società. Il World happiness report 2019, (Report sulla felicità nel mondo) è un lavoro finanziato dall’Onu che cerca di promuovere proprio questo concetto. Gli indicatori che incidono sulla classifica della felicità tra i Paesi del mondo (che per la cronaca vede la Finlandia al primo posto e l’Italia al trentaseiesimo) sono diversi e vanno considerati insieme, tra cui sono presenti il reddito pro-capite, l’aspettativa di vita in buona salute, la generosità, la libertà, la mancanza di corruzione, il sostegno sociale. Insomma il report è la prova scientifica che “i soldi non fanno la felicità”.
Se le misure per capire dove stiamo andando esistono. È più difficile trasformare un sistema cercando una triangolazione corretta tra società, economia e ambiente, che infondo è il cuore del modello di ecologia integrale proposto da papa Francesco.
Soprattutto serve un cambio di mentalità, per acquisire nuova consapevolezza. Un tentativo è l’approccio dell’economia civile che promuove uno sviluppo dove l’impresa dialoga con la comunità e insieme collaborano per la promozione ambientale, dove si cercano di coniugare alcuni valori innovazione, sostenibilità e condivisione, in modo che la crescita sia felice per tutti. Attualmente il limite di questa realtà è la difficoltà a fare sistema, a connettere i diversi soggetti che attraverso storie differenti hanno iniziato a intraprendere questa strada. In fondo il Festival dell’economia civile che è stato vissuto poco tempo fa a Firenze è stato proprio un passo per avvicinarli.

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