Storie di integrazione riuscita con protagonisti tre giovani di origine immigrata, con percorsi diversi, ma tutti impegnati per un’Italia migliore e un’Europa più accogliente. Le loro storie dimostrano che la diversità è una ricchezza da saper cogliere, ma i loro cammini sono stati, comunque, accidentati. Oggi si sentono cittadini italiani – due lo sono effettivamente, il terzo parla dell’Italia come del “nostro Paese” -, ma soprattutto cittadini del mondo, che sperano migliore grazie proprio all’apertura verso gli altri che i giovani sanno manifestare. Sono Ziad Atef, Annalisa Ramos Duarte e Ireneo Spencer. Ci hanno raccontato la loro vita in occasione della presentazione a Roma, martedì 16 aprile, del documento dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, “L’inclusione e la partecipazione delle nuove generazioni di origine immigrata”.
Noi siamo cittadini di questa terra”.
All’inizio, ammette Ziad, “cercavo la compagnia di ragazzi egiziani perché non parlavo italiano e avevo paura dei pregiudizi.Quando, poi, ho iniziato a lavorare ad alcuni progetti del comune in campo sociale, non mi sono sentito mai uno straniero”.Il ragazzo si è ambientato bene: “Mi piace la compagnia dei ragazzi italiani, impari tanto da loro; ugualmente mi piace conoscere ragazzi di seconda generazione come me per mantenere qualcosa della mia identità. L’integrazione è un incontro di due culture, che insieme ne formano una terza”. Secondo il ragazzo, “essere cittadino non vuol dire avere un documento dove c’è scritto italiano. A me non serve una carta, devo sentirmi un cittadino italiano. Quando ho lavorato ai progetti sociali, mi sono sentito a casa”. Per il futuro dice: “Mi piacerebbe restare in Italia, laurearmi qui. Questo è un Paese più flessibile rispetto ad altri. Gli italiani sono capaci di capire persone che vengono da culture diverse e che, con i loro talenti, possono arricchire il Paese”. Ci avviciniamo alle elezioni europee: cosa si aspetta un giovane di origine immigrata che vive in Italia? “La politica internazionale negli ultimi anni non sta andando molto bene, ma se ogni cittadino pensa a fare il suo dovere ci saranno meno problemi in Italia e in Europa. I muri sono soprattutto nella testa, mentre servono collaborazioni anche con Paesi in Asia e Medio Oriente per ridurre le tensioni.
Se il mondo si apre non dobbiamo chiuderci: questo è il rischio che corre oggi l’Unione europea”.
mi sento italiana al 100% e capoverdiana al 100%.
A volte, però, la gente, sia di qua sia di Capo Verde, non capisce questo appartenere a due culture”. In Italia, come nel resto di Europa, avanzano i partiti xenofobi: “La politica e la società – osserva Annalisa – non vanno di pari passo. Se, da un lato, alcuni politici fomentano contro gli immigrati, dall’altro, nella società ci sono tante persone aperte. Spero che queste chiusure della politica siano passeggere. E, in vista delle elezioni di maggio, spero in un’Europa più unita per rinforzare l’appartenenza e, al tempo stesso, avere la libertà di muoversi tra i Paesi dell’Unione e vivere in un mondo più aperto e senza pregiudizi”.
C’è un pregiudizio fortissimo e ignoranza culturale. È una lotta che vivi quotidianamente”.
Con i coetanei, però, non è mai stato vittima di pregiudizi. Ireneo è cattolico, ma, denuncia, “passa il messaggio che tutti gli immigrati sono musulmani. In questo ha un ruolo la comunicazione: anche nei nostri confronti, si parla di seconda e terza generazione, ormai siamo quasi alla quarta o alla quinta, perciò, preferiamo parlare di nuova generazione”. Avendo difficoltà a trovare lavoro come architetto, Ireneo collabora con la Caritas come mediatore e ora sta curando una ricerca con Cnr e Focsiv. Che Italia vorresti?“Il nostro Paese può dare molto di più. Non ha niente in meno di Germania e Francia. L’Italia a livello europeo può portare grandi valori. Per questo c’è la necessità di formare le giovani generazioni, perché, purtroppo, da noi c’è carenza di civiltà”.Ora si avvicinano anche le elezioni europee:“L’Europa deve credere di più in se stessa, ha iniziato bene il suo cammino, ora si è un po’ persa. Vorrei che rientrasse nel progetto originario”.