“È la prima volta che la Santa Sede partecipa in modo ufficiale ad una Expo in Cina”. Lo ha sottolineato il direttore “ad interim” della sala stampa vaticana, Alessandro Gisotti, durante la presentazione del padiglione della Santa Sede all’Esposizione internazionale di Orticultura a Pechino. “A livello religioso il dialogo è iniziato, tra la Chiesa ufficiale e la Chiesa cosiddetta clandestina, ed è stato un lavoro lungo”, ha detto Ravasi rispondendo alle domande dei giornalisti sui rapporti tra Santa Sede e governo cinese: “Questo che avverrà durante l’Expo è un dialogo di altro tipo, squisitamente culturale, e ha il compito di creare un’atmosfera in cui sia possibile parlare un po’ di più di un possibile incontro, non solo in ambito religioso, ma nel campo dell’arte, della cultura e della ricerca scientifica”. Tra i capisaldi del pensiero cinese, Ravasi ha citato la dottrina confuciana, mentre in ambito cattolico l’esempio per eccellenza è quello di Matteo Ricci e “di tutta una serie di gesuiti che hanno portato avanti il dialogo con la cultura cinese in maniera estremamente creativa, con tutte le attenzioni del caso: in una parola, l’inculturazione”. Il 14 settembre, la giornata che nell’ambito dell’Expo sarà dedicata alla Santa Sede, “cade proprio il giorno dopo il National Day cinese”, ha fatto notare il porporato: “Sarà un’altra occasione per portare avanti il dialogo”. Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura si è soffermato, in particolare, sul significato insieme religioso ed estetico del padiglione della Santa Sede, all’interno del quale “la Laudato si’ sarà il ‘padiglione spirituale’, non visibile ma presente”.

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