Almeno sei persone tra i profughi eritrei e sudanesi sono rimasti uccisi e altri 19 feriti in un attacco di uomini armati nel centro di detenzione di Ben Gassim, in Libia. La notizia è data da don Mussie Zerai, presidente dell’agenzia Habeshia, in contatto telefonico con alcuni migranti detenuti nel centro, che gli stanno mandando anche foto drammatiche. Secondo una prima ricostruzione durante l’irruzione sono state sparate diverse raffiche contro i migranti che stavano tentato di fuggire perché abbandonati dai secondini, senza acqua né cibo. 6 uomini sono stati uccisi, vi sarebbero poi circa 19 feriti, alcuni dei quali sul punto di morire. Secondo don Zerai il centro governativo “sostenuto con fondi europei è stato abbandonato dai sorveglianti e nella giornata di martedì 23 aprile”, quindi sono entrati “uomini armati che hanno detto di appartenere all’Lna, l’esercito del generale Haftar che controllerebbe il quartiere di Tripoli nel quale si trova il campo”. I funzionari delle Nazioni Unite stanno facendo il possibile per tentare di evacuare i migranti, in gran parte sudanesi, etiopi, eritrei e subsahariani. “Finora però ogni tentativo di accesso è andato a vuoto perché le milizie di Tripoli hanno perso il controllo della zona e non è facile ottenere un corridoio umanitario dalle milizie di Haftar”, precisa don Zerai: “Ora, sotto la minaccia delle armi, le milizie fedeli al generale Haftar, pretendono di trasferire tutte le 700 persone in altri lager, ma non si sa né dove, né nelle mani di chi possano finire. Il timore dei profughi è di essere usati come scudi umani nel conflitto in corso, o di essere venduti ad altri trafficanti di esseri umani”. Don Zerai chiede di aiutarli “senza perdere tempo” e “ottenere il cessate fuoco”.