ROTELLA – “Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta”. Una frase consolatoria che, a volte, può suonare banale Ma sicuramente non lo è per l’ex presidente dell’Unitalsi, sottosezione Sambenedettese, Filippo Vallorani. Venuto recentemente a mancare, Vallorani lascia un seme capace di dare tanti buoni frutti tra le persone che restano su questa terra.
Lo dimostrano le testimonianze di chi lo ha conosciuto, con i volontari dell’Unitalsi rivierasca che dicono riferendosi direttamente al compianto Filippo: «Se un secolo fa nel descrivere il volontario unitalsiano si indicava “un testimone di carità al servizio quotidiano dei più deboli” evidentemente pensavano a te, anche se non eri ancora nato. Abbiamo tutti viva l’esperienza di condivisione e di fede nel tuo cammino all’insegna della fraternità cristiana, durata una vita. Un po’ siamo gelosi: chissà chi potrà gioire assieme a te e guardare i tuoi occhi sinceri; siamo gelosi perché potremo guardarti solo in foto, non potremo più abbracciarti e tutto quello che resta di te è racchiuso nei nostri ricordi. Ma i ricordi, sono l’arma più potente di tutte: nessuno è in grado di cancellarli e quelli più forti sopravvivono persino al tempo che fugge. I ricordi sono il ponte tra questa vita e l’eternità che ci aspetta».
Ci sono poi le parole di Don Vincent Ifeme, pronunciate durante il funerale di Vallorani, celebrato presso la chiesa San Lorenzo di Rotella. Il parroco conosceva bene il defunto e così ha potuto esternare concetti particolarmente sentiti: «L’opera di carità che Filippo compiva nell’assistenza agli ammalati era fondata semplicemente nel fatto d’aver riconosciuto il Risorto nell’ascolto della Parola e nello spezzare il pane eucaristico che rafforzano questi suoi impegni. Ma ora cosa dobbiamo fare? Possiamo solo raccogliere le sue eredità: “Io vi ho voluto sempre bene…e voi che potete fate del bene agli altri”. La “bontà” e la “fede” sono le due virtù che brillano in Filippo. Ringrazio Dio che mi ha fatto incontrare e conoscere questa grande persona, anche nell’ambiente del focolare domestico. I miei studenti del corso di Teologia Fondamentale dove cerco di sviluppare un discorso sulla “Rivelazione” nell’esperienza di vita ordinaria, conoscono Filippo senza mai incontrarlo, perché il suo racconto d’esperienza di vita (come è venuto da Monterinaldo a Rotella per lavorare per pochi giorni alla posta quasi 60 anni fa, pensando di restare solo per poco tempo, non vedendo nulla di attraente a Rotella, ma dove si innamora e costruisce la famiglia) è diventata una parte delle mie lezioni, dove spiego sempre la rivelazione al livello ordinario come l’esperienza che qualunque uomo o donna possa fare, in quanto una realtà forse già conosciuta, che ci appare in una nuova luce o orizzonte o prospettiva ed è capace di cambiare ed implicare tutta la nostra vita».
Don Vincent prosegue con parole cariche d’affetto: «Filippo per me era un padre e un compagno nel pastorale: durante le benedizioni delle famiglie, nelle visite agli ammalati, negli incontri diocesani. Ricordo particolarmente l’epoca del sinodo diocesano alcuni anni fa. Quanti viaggi abbiamo fatto insieme e il rientro a Rotella dopo mezzanotte. Era un uomo che volendoti bene non voleva darti nessun dispiacere al costo di subire il dispiacere lui stesso anche nel più banale delle cose. Era una parte attiva della vita parrocchiale qui a Rotella: membro del Consiglio pastorale della parrocchia, membro del coro, e negli ultimi anni anche il “motivatore” del “Gruppo Giovani” della parrocchia».
Significativo anche il ricordo del presidente della Sezione marchigiana Unitalsi, Massimo Graciotti: «L’Unitalsi Sezione marchigiana ha perso un grande uomo, un grande presidente, un uomo che ha sempre amato e creduto nella missione straordinaria dell’Associazione – ha detto Graciotti – Vallorani ha dato molto alla nostra Associazione con umiltà e spirito di servizio. La sua testimonianza e il suo ricordo ci aiuti a svolgere il nostro ruolo di responsabilità con tanta umiltà, ereditando la bellezza di tutto il lavoro che Filippo ha fatto per tutti noi».
Parole che tratteggiano le qualità umane di una persona che, sul letto di ospedale e ormai in punto di morte, si spegneva con questi auspici: «Mi raccomando aiutatevi, vogliatevi bene, fate del bene agli ammalati, a quelli che soffrono. Non abbiate paura di spendere e di spendervi per gli altri. I soldi si troveranno sempre per queste cose. La Madonna, la Nostra Signora di Lourdes, non ci abbandonerà mai, non mi ha abbandonato mai e se non ha abbandonato me, non abbandonerà mai nemmeno voi».
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