“C’è il pericolo che quando non si vive in famiglia, quando non c’è il bisogno di accarezzare i propri figli, il cuore divenga un po’ ‘zitello’. E poi c’è il pericolo che il voto di castità, delle suore e dei preti celibatari, si trasformi in voto di ‘zitellonia’”. È il monito pronunciato a braccio, dal Papa, al termine del discorso rivolto al clero della Macedonia, del Nord, durante l’ultimo incontro pubblico del suo 29° viaggio apostolico, che nella prima tappa ha visto il Pontefice intrattenersi due giorni in Bulgaria.
“Quanto male fa una suora ‘zitellona’ o un prete ‘zitellono’!”, ha esclamato ancora a braccio Francesco soffermandosi sulla “importanza della tenerezza nel ministero presbiterale e nella testimonianza della vita religiosa”. “Oggi – la testimonianza del Papa sempre fuori testo – ho avuto la grazia di vedere suore con tanta tenerezza. Quando sono andato al Memoriale di Madre Teresa, ho visto le religiose con quanta tenerezza curavano i poveri. Per favore: tenerezza! Mai sgridare. Acqua benedetta, mai aceto! Sempre con quella dolcezza del Vangelo, accarezzare le anime”. “Se nella vita sacerdotale e religiosa entra il carrierismo, il cuore diviene duro, acido, e si perde la tenerezza”, il monito a braccio di Francesco: “Il carrierismo o la carrierista ha perso la capacità di accarezzare”. “I mezzi materiali ci vogliono, sono necessari, ma non sono i più importanti”, ha concluso il Papa esortando a “non perdere la capacità di accarezzare, non perdere la tenerezza ministeriale e la tenerezza della consacrazione religiosa”. “Grazie di aver manifestato il volto familiare del Dio con noi che non smette di sorprenderci in mezzo alle stoviglie! Grazie di questa capacità di respirare a pieni polmoni”, il saluto finale.