SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Rinnovare oggi il ricordo di tutte le vittime del terrorismo e delle stragi non è solo in ossequio ad una legge dello Stato, la n. 56 del 2007, ma è soprattutto un modo perché non sbiadisca nel sentire generale il senso di quei fatti, il valore di quegli uomini e quelle donne che, nella gran parte dei casi consapevolmente, intrapresero battaglie di civiltà e di legalità sapendo di correre gravi rischi”. Con queste parole si apre la lettera di riflessione del Sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti.
Il Sindaco afferma: “La data del 9 maggio è stata scelta come simbolo di questa commemorazione perché fu in quel giorno che si verificò una delle stragi terroristiche più impresse nella memoria di noi italiani, lo sterminio della scorta di Aldo Moro e il rapimento del presidente della Democrazia Cristiana. Ma furono centinaia le vittime di quella sciagurata stagione della nostra storia, un’epoca di follia ideologica che si è lasciata dietro una scia di lutti e di pianto giunta fino a noi.
Il terrorismo ha assunto negli anni forme diverse ad ogni latitudine, come purtroppo ci dicono le cronache quotidiane. Ma è possibile individuare un filo conduttore comune che supera i confini geografici e le motivazioni ideologiche: ovunque il terrorismo dispieghi i suoi effetti mortali, trae energia dall’obiettivo di seminare morte e distruzione, gettare nel panico le comunità colpite per tentare di sovvertirne gli ordinamenti costituiti.
Quando questi ordinamenti sono ispirati al principio di libera convivenza civile, quando grazie ad essi nessuno può sentirsi superiore alla legge formatasi sulla base del consenso popolare, il terrorismo si fa strumento spietato del tentativo di abbatterne il carattere democratico per istituirne di autoritari e liberticidi.
Ricordare le vittime degli atti terroristici significa dunque ribadire la nostra adesione ai valori di libertà e democrazia, da non considerare mai come acquisiti ma da custodire e tramandare anche non dimenticando chi è morto per difenderli”.
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