Da settembre 2017, quando il gruppo armato locale Cjtf ha siglato un piano di azione impegnandosi ad intraprendere azioni per porre fine e prevenire il reclutamento e l’uso di bambini, 1.727 bambini e giovani sono stati rilasciati. Da allora, tra le fila del Cjtf non ci sono stati altri nuovi reclutamenti.
“Ogni impegno per i bambini che si traduce in azione concreta è un passo in direzione della protezione dei diritti dei bambini e deve essere riconosciuto e incoraggiato”, ha dichiarato Mohamed Fall, rappresentante dell’Unicef in Nigeria e co-responsabile della Task Force delle Nazioni Unite sul monitoraggio e la documentazione di gravi violazioni dei diritti dei bambini. “I bambini del nord est della Nigeria – spiega – hanno sopportato il peso di questo conflitto. Sono stati utilizzati da gruppi armati sia per combattere sia in altri ruoli e hanno visto morte, uccisioni e violenze. Questa partecipazione al conflitto ha avuto serie implicazioni sul loro benessere fisico ed emotivo”.
I bambini e i giovani rilasciati oggi, spiega l’Unicef, riceveranno sostegno attraverso programmi di reintegrazione per aiutarli a tornare alla vita civile, trovare nuove opportunità per il loro sviluppo e contribuire a portare una pace durevole in Nigeria, in qualità di cittadini produttivi per il proprio Paese. “Non possiamo rinunciare a batterci per i bambini, finché saranno coinvolti in combattimenti. Continueremo finché non rimarrà nessun bambino tra le fila di gruppi armati in Nigeria”, ha assicurato Fall.
Tra il 2017 e il 2018 almeno 9.800 persone precedentemente associate a gruppi armati, così come bambini vulnerabili nelle comunità, hanno avuto accesso a servizi orientati al reintegro sociale.