RIPATRANSONE – Si prepara ad una grande festa la comunità del Trivio di Ripatransone. Questo venerdì, infatti, riaprirà al culto la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice: dopo i lavori di restauro resisi indispensabili per i danni causati dal terremoto del 2016.
La cerimonia è fissata per le ore 19 e sarà presieduta dal vescovo Carlo Bresciani. L’amministratore parrocchiale, Don Luis Sandoval, illustra così il programma dell’evento: «Ci sarà un iniziale momento di preghiera all’esterno, poi il vescovo aprirà il portone della chiesa e accederemo per la Celebrazione eucaristica, alla quale parteciperanno diversi parroci e viceparroci che, negli ultimi anni, hanno animato la comunità parrocchiale. Infine, terminato il rito, ci sarà un momento di convivialità».
La giornata è organizzata in collaborazione con il Circolo Trivio ed il Comitato Festa e vedrà la partecipazione di autorità civili locali. I particolari sui lavori, sui costi e sui finanziamenti verranno chiariti venerdì, durante la festa che seguiremo. Nel frattempo, Don Luis ci tiene a ricordare come i lavori siano stati cofinanziati anche dalla comunità parrocchiale e che le operazioni di restauro sono servite anche per riportare in giusta luce alcuni interessanti elementi architettonici della chiesa, come niccihe, l’antico tabernacolo e la Fonte battesimale. «In questi anni con la chiesa chiusa, alla comunità del Trivio è mancato un elemento familiare – ha detto Don Luis – ma ha comunque vissuto molto bene questo periodo non facile, grazie ad una strutture provvisoria ed al fantastico attivismo delle associazioni locali».
La storia di quel particolare luogo di culto è stata ripercorsa da monsignor Vincenzo Catani presidente della Commissione per l’Arte Sacra e i Beni Culturali: l’antica chiesetta del Trivio fu costruita agli inizi del Novecento su terreni donati dalla Famiglia Cardarelli ed utilizzando le pietre della diruta chiesa di San Gregorio Magno rurale e di un altro edificio sacro in disfacimento, come era in uso fare a quel tempo. Ulteriori lavori di rifacimento furono poi portati avanti durante l’episcopato di monsignor Vincenzo Radicioni.
Sul tetto della chiesa svettava in origine un campaniletto a vela con una campana realizzata nel 1908 e pagata allora 207 lire, come testimoniato dalla relativa documentazione. In seguito un terremoto distrusse l’opera muraria che fu sostituita da un castello di ferro per permettere al bronzo nuovamente di suonare, ma anche questa struttura andò perduta durante il periodo bellico della seconda guerra mondiale.