Trovare “al più presto soluzioni efficaci” per tutelare la vita di Vincent Lambert. Si conclude con questo appello la dichiaraizone ccongiunta firmata dal card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, sul caso dell’uomo francese tetraplegico da oltre dieci anni in stato vegetativo persistente, e al quale si vogliono interrompere le cure. “Nel condividere pienamente” quanto affermato dall’arcivescovo di Reims, mons. Éric de Moulins-Beaufort, e dal vescovo ausiliare, mons. Bruno Feillet, i due presuli ribadiscono “la grave violazione della dignità della persona, che l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione comportano”. Lo “stato vegetativo”, ricordano infatti nella nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, “è stato patologico certamente gravoso, che tuttavia non compromette in alcun modo la dignità delle persone che si trovano in questa condizione, né i loro diritti fondamentali alla vita e alla cura, intesa come continuità dell’assistenza umana di base”. “L’alimentazione e l’idratazione costituiscono una forma di cura essenziale sempre proporzionata al mantenimento in vita”, si legge ancora nella dichiarazione congiunta: “alimentare un ammalato non costituisce mai una forma di irragionevole ostinazione terapeutica, finché l’organismo della persona è in grado di assorbire nutrizione e idratazione, a meno che non provochi sofferenze intollerabili o risulti dannosa per il paziente”. La sospensione di tali cure rappresenta, al contrario, “una forma di abbandono del malato, fondata su un giudizio impietoso sulla sua qualità della vita, espressione di una cultura dello scarto che seleziona le persone più fragili e indifese, senza riconoscerne l’unicità e l’immenso valore. La continuità dell’assistenza è un dovere ineludibile”. Di qui l’auspicico “che possono essere trovate al più presto soluzioni efficaci per tutelare la vita” di Vincent Lambert: “A tale fine, assicuriamo la preghiera del Santo Padre e di tutta la Chiesa”.

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