“12 civili uccisi e 18 persone ferite il bilancio dell’ultimo raid aereo sulla regione nord-occidentale di Idlib, nel quale è stato colpito anche il mercato ortofrutticolo di Ma’arrat An Nu’man, a 104 chilometri a sud del confine turco-siriano e a 43 chilometri a nord della città di Idlib”. Lo riferisce l’Associazione Amici dei bambini (Aibi) che rilancia la notizia diffusa dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. L’attacco al mercato ortofrutticolo della città di Ma’arrat An Nu’man, si legge in una nota di Aibi, è avvenuto ieri sera, martedì 21 maggio, dopo l’Iftar, la tradizionale rottura quotidiana del digiuno nel mese islamico di Ramadan. Il mercato era affollato di gente. I bombardamenti sono avvenuti mentre nel nord della vicina provincia di Hama si scatenavano violenti scontri dopo il contrattacco dei jihadisti martedì contro le forze filogovernative nella città di Kafr Nabuda. Per le Nazioni Unite, l’offensiva nella Siria nord-occidentale rischia di essere la peggior crisi umanitaria. Nell’ultimo mese con il riacutizzarsi del conflitto dal 30 aprile, 230 civili, tra cui almeno 51 bambini e 52 donne, hanno perso la vita nei raid aerei. E sono già 180mila gli sfollati, molti dei quali costretti a vivere nei campi di olivi.
“Migliaia di persone in Siria non hanno più una casa. Ad avere la peggio come in tutte le guerre sono civili, donne e bambini. Sta morendo un’intera generazione nell’indifferenza e la comunità internazionale deve esserne consapevole e deve sentirsene responsabile”, commenta il presidente di Aibi, Marco Griffini. Proprio a Ma’arrat An Nu’man, l’associazione opera al fianco del partner siriano Kids Paradise, per garantire il pane a più di 30mila persone, tra cui 18 mila sfollati interni. Aibi opera in Siria dal 2014 con la campagna “Non lasciamoli soli”.
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