Le tre tavole rappresentano san Giacomo della Marca, san Placido e san Leonardo. Pare che a Ripatransone fossero finite altre tavole dello stesso Polittico, arrivate lì tramite don Luigi Cocci Grifoni e risultate poi vendute per terminare la nuova chiesa. A Monteprandone è possibile vedere anche una tavola rappresentante san Giovanni Battista, erroneamente ritenuto un pannello laterale del suddetto Polittico, ma comunque meritevole di ammirazione. Il Polittico era presente nella chiesa di san Niccolò nel XIII secolo, poi negli anni successivi fu smembrato per svariati motivi e le tavole subirono diverse collocazioni, ora si è voluto riportare, anche se momentaneamente, tre delle tavole di tale Polittico e non si esclude che si possano recuperare anche le altre tavole. Il progetto di riportare una parte del Polittico a Monteprandone è stato possibile grazie alla collaborazione e alla sinergia dei Musei Sistini della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto previa autorizzazione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, un ringraziamento a don Vincenzo Catani, alla dott.ssa Paola Di Girolami, all’amministrazione comunale e al sindaco di Monteprandone Stefano Stracci, all’amministrazione comunale e al sindaco di Ripatransone Alessandro Lucciarini, alla Pro Loco di Monteprandone e al suo presidente Stefano Caponi e al signor Gabriele Bruni per aver messo a disposizione il suo mezzo di trasporto per il trasferimento.
La conferenza stampa è stata aperta da Fernando Ciarrocchi responsabile dell’Ufficio Cultura del Comune di Monteprandone: “Queste tre tavole rappresentano in qualche modo la storia di Monteprandone, se oggi possiamo ammirare queste opere nel loro paese d’origine è grazie al sindaco di Ripatransone Lucciarini. Si realizza una parte del progetto del sindaco Stracci, cioè quello di riportare almeno in parte le tavole del Polittico. Grazie al sindaco Stracci anche per aver preso i contatti con John Elkan per completare il progetto. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato per riportare a Monteprandone ciò che in passato era di questo nostro territorio”.
Monsignor Vincenzo Catani ha detto: “Che Vittore Crivelli sia minore del fratello Carlo, come molti dicono, non ne sono sicuro.
I fratelli Crivelli provenivano da Venezia e pare siano arrivati nelle Marche perché il territorio veneziano fosse saturo di pittori, tra i tanti: Tiziano e Lotto. Scelsero le Marche forse per il legame stretto con Roma e con la Dalmazia per via del porto di Ancona. Io ho portato con me la documentazione originaria della vendita di alcune tavole, per la prima volta uscite dall’archivio di Ripatransone.
Intorno al 1800 molte opere furono trasferite in Francia e a Milano, poche erano rimaste nei Musei Vaticani e in particolare in quello Lateranense e allora il Papa chiese ai canonici se potevano trasferire a Roma i lavori presenti nelle chiese italiane. Alcune delle opere furono prese anche da Monteprandone. Tanti territori si sono impoveriti di stupendi lavori, di opere di grande valore in cambio di denaro, ma è comprensibile visto che all’epoca non c’era una grande cultura e le necessità abbondavano”.
Il sindaco Lucciarini ha detto: “Sono sempre emozionato quando ascolto Monsignor Vincenzo Catani trattare questi argomenti. Sono stato contento di poter realizzare anche se in parte il “sogno” del sindaco Stracci. È stato per me un piacere riportare a Monteprandone queste tre tavole che da qui sono partite, un piacere anche perché io sono particolarmente legato a questo paese in quanto mia madre era una monteprandonese e io ricordo ancora le domeniche che si andava a visitare il santuario di san Giacomo. Queste tre tavole sono patrimonio di Ripatransone, ma appartengono a tutto il territorio, fanno parte della nostra storia. Credo che sia importante far conoscere la ricchezza di tali opere a chi forse addirittura non ne conosce nemmeno l’esistenza”.
Il sindaco Stracci ha affermato: “Ringrazio tutti, tutti quelli che hanno collaborato ognuno a proprio modo per la realizzazione di questo mio “sogno”. Ringrazio Alessandro, ringrazio Fernando Ciarrocchi, don Vincenzo, i Musei Sistini, Paola, Gabriele, Stefano e spero di non aver dimenticato nessuno, se questo fosse accaduto un grande grazie anche a loro.
L’idea è iniziata parlando con Fernando dopo la riproduzione di un’opera, mi venne l’idea di riportare anche momentaneamente, le opere originali a Monteprandone e non riprodurre delle copie, anche se molto fedeli alle originali. In un’occasione a Sarnano venni a sapere che una tavola del Polittico, il sant’Antonio Abate, era a Monaco di Baviera e il proprietario era disponibile alle trattazioni per una possibile vendita. Mi adoperai subito per trovare il sessantamila euro necessari per acquistare l’opera. Non se ne fece più nulla e pochi giorni fa sono venuto a conoscenza che la stessa tavola fu venduta ad un collezionista di New York per duecentomila euro e poi venduto all’asta per seicentomila euro. Probabilmente non c’è stata una buona promozione e così abbiamo perso un’occasione. Un’altra buona opportunità mi si è presentata due anni fa quando ad Arquata del Tronto incontrai John Elkan presidente della Fiat Chrysler Automobiles e gli consegnai la lettera dove chiedevo di poter riavere per un certo periodo di tempo le tavole del Polittico presenti nel Chrysler Museum of Art di Norfolk in Virginia.
Elkan mi fece notare che il museo non era gestito dalla sua azienda, ma che in qualche modo poteva aiutarci. Due giorni dopo venni contattato dal direttore del museo di Norfolk che ci promise una collaborazione nel progetto di riportare a Monteprandone le tavole del Polittico. Io sono al termine del mio mandato, ma lascio in eredità a chi verrà dopo di me questi progetti, tra i quali anche quello di digitalizzare il Codici di san Giacomo”.
Patrizia Neroni.