SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un’area di rispetto intorno alla cattedrale Santa Maria della Marina. Una delimitazione (vedi foto in allegato) intorno alla quale vengono attivati dei particolari vincoli che riguardano gli immobili. Lo ha deciso la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio delle Marche, con il nuovo soprintendente, Marta Mazza, che ha scritto una comunicazione al Comune di San Benedetto, recentemente pubblicata sull’Albo pretorio dell’Ente.
Una comunicazione nella quale non si risparmia qualche bacchettata al Municipio sambenedettese. La Soprintendenza, infatti, fa notare come il “Comune di San Benedetto ha adottato un Piano Particolareggiato dei Centri Storici mai trasmesso alla competente Soprintendenza, in nome del quale ha autorizzato interventi demolitivi e successive ricostruzioni”.
Sempre rivolgendosi al Comune, la Soprintendenza fa notare come “codesta Amministrazione (quella comunale, ndr) dichiara che la parte di edificato retrostante il Teatro Concordia è stata “interamente demolita e ricostruita negli ultimi 8 anni, demolizione che ha interessato anche l’ultimo tratto dell’edificato lungo il Corso Mazzini-angolo via Saffi””.
Con questi presupposti, la dottoressa Mazza fa notare come il Municipio “non abbia riconosciuto l’importanza storica del sito consentendo la sostituzione del tessuto urbanistico preesistente. Proprio per evitare che venga compromesso ulteriormente il significato del rapporto intercorrente tra i due poli, di cui restano alcune testimonianze, si ritiene di dover prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità delle emergenze culturali e del tessuto residuo, che ne sia danneggiata la prospettiva e ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro”.
La lettera della Soprintendenza fa anche un significativo excursus storico sulla chiesa della Marina e sulla zona circostante. Qui lo proponiamo integralmente:
Nel 1847, l’architetto ascolano Ignazio Cantalamessa, elaborò un progetto che venne subito messo in opera. Il 16 maggio dello stesso anno il vescovo Giovanni Carlo Gentili pose la prima pietra dell’edificio, di cui si iniziarono a costruire i muri perimetrali fino all’altezza di un metro da terra; ma la carenza di fondi impedì un’ulteriore crescita. In tale stato, infatti, la chiesa rimase fino al 1860, quando il noto architetto romano Virginio Vespignani ridusse il progetto del Cantalamessa consentendo la ripresa dei lavori; i quali, tuttavia, procedettero ancora con grande lentezza. Nel 1901 venne affidata un’ulteriore revisione del progetto all’architetto Giuseppe Rossi di Fermo, che sottoponeva il progetto al giudizio dell’arch. Giuseppe Sacconi. Nel 1907 la chiesa venne aperta per la prima volta, sebbene fosse ancora “in rozzo stato”.
I lavori continuarono all’interno per diversi anni fino ad una sua radicale trasformazione avvenuta negli anni 1992-1993, in seguito all’erezione di San Benedetto a sede diocesana. La chiesa, prospetta la sua facciata su piazza Roma (oggi piazza Nardone ndr) al centro della quale sorge una fontana risalente al 1914. La piazza, di forma rettangolare, è lambita ad ovest dalla Statale n. 16 ( già via del Corso) in corrispondenza del Teatro Comunale Concordia, progettato nel 1827, ultimato nel 1835 . E’ in quest’area che nei primi del Settecento inizia lo sviluppo urbano del quartiere della Marina, su via dei Pescivendoli (oggi via XX Settembre) che si protrarrà per circa un secolo.
Nel 1790 l’arch. Luigi Paglialunga viene Incaricato per redigere il Piano Regolatore Comunale della città e programmare un quartiere attestato a nord di via dell’Ancoraggio (oggi viale Secondo Moretti), in alternativa alle vie strette e tortuose del Paese Alto, di origine medioevale. In una carta catastale del 1850 compaiono la sagoma della costruenda chiesa della Madonna della Marina, dell’ospedale Civile (1843/1850), lo “Squero” ( cantiere per la costruzione delle barche), il mattatoio, il mercato del pesce. L’insieme di queste strutture indicava un rinnovamento sociale, culturale, amministrativo che culminerà nella costruzione della linea ferroviaria inaugurata a S. Benedetto nel 1863. Dal Teatro Concordia, ortogonalmente alla SS n 16 (già via del Corso) si deelinerà via della Chiesa Nuova, attuale via Gioacchino Pizzi, su cui prospettavano, nel primo tratto, la fiancata sinistra della chiesa della Madonna della Marina, l’ospedale Civile e una serie di civili abitazioni, su due cortine continue.
Tale asse collegava all’arenile. Da piazza Roma, ampio spazio aperto, si scorgono la Torre dei Gualtieri (XII/XIII sec. ) ed il campanile della chiesa abbaziale di S. Benedetto Martire ( 1775/1778), fulcro del Paese Alto che emerge a sinistra della statale. Più a destra, in pianura e lungo la statale, prospetta il fianco del teatro Concordia (1827/1835) che senza soluzione di continuità, si collega, verso nord, ad una serie di edifici in linea che compaiono già in una planimetria del 1904. Il lato nord di piazza Roma verrà occupato da rilevanti edifici. La chiesa cattedrale, la piazza antistante, gli edifici che la delimitano e la configurano, costituiscono un insieme inscindibile. Trattasi di spazio dialogante con il soprastante “Paese Alto”, con la Strada Statale n.16 ( già via del Corso) e i suoi edifici in linea, con il Teatro Comunale Concordia ed anche, sul lato sud, con un vasto edificio tardo razionalista.
Quest’ultimo si affianca alla facciata della Cattedrale, con il suo analogo rivestimento in travertino, con i suoi volumi essenziali, privi di ornamenti. La sua grandiosa struttura su tre livelli, articolata fra l’orizzontalità dei due piani superiori aggettanti e sul vuoto del porticato sottostante, caratterizza la piazza , smussandone, con una curvatura, l’angolo prospiciente il Teatro Concordia. Al centro dell’ampio spazio aperto, la fontana del 1914. La Chiesa Cattedrale si pone come quinta teatrale sul lato est di piazza Roma, spazio urbano attorno al quale scorrono le immagini delle più salienti fasi storiche della cittadina: il Borgo incastellato soprastante con i due elementi verticali (la torre di vedetta ed il campanile). Il paesaggio digrada verso l’asse statale, lungo il quale si attestano gli edifici del primo Novecento, il teatro comunale Concordia che fronteggia la chiesa stessa.
Riquadrano la piazza, ortogonalmente alla strada, le cortine murarie degli edifici, da una parte tipicamente liberty, dall’altra tardo-razionalista. Le prime si prolungano verso via G. Pizzi, tagliando il quartiere del Paglialunga che, purtroppo, ha mantenuto solo la scansione ortogonale degli assi stradali con poche testimonianze di quell’epoca storica che vanno, pertanto salvaguardate nei loro caratteri originari allo scopo di non compromettere i rapporti spaziali, la luce e le condizioni di decoro con il Paese Alto e con gli edifici residui del Borgo Marinaro.
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