Pochi giorni fa, a Cuiabà, capitale dello stato del Mato Grosso (Brasile), alcuni bambini e adolescenti adottabili sono stati condotti, con l’avvallo della Commissione statale infanzia e gioventù del Mato Grosso e del giudice per i diritti dell’infanzia, a sfilare in un centro commerciale, di fronte a potenziali genitori adottivi. Come se fossero merci in offerta. A denunciare il fatto – che ha sollevato un coro d’indignazione che è giunto fino ai vertici del governo brasiliano, che lo ha condannato – è l’Aibi (Amici dei bambini). “Perché si arriva a tanto? Perché ragazzi anche grandicelli avrebbero accettato volontariamente (si noti che nessuno è stato forzato a farlo) di sottoporsi a una situazione simile? Ci si chiede mai – sottolinea Aibi in una nota – cosa sarebbe disposto a fare un minore abbandonato, soprattutto se grandicello, pur di avere una famiglia da abbracciare e finalmente uscire dall’inferno del suo abbandono? Uno qualunque dei tanti minori abbandonati in giro per gli istituti di tutto il mondo, soprattutto tra quelli più grandicelli, sarebbe disposto a tutto pur di uscire da questa condizione terribile. Sì, anche a sfilare su una passerella come quella di Cuiabà”. Amici dei bambini ricorda che già lo scorso anno il Brasile aveva lanciato l’allarme sui troppi miniori negli istituti, che sarebbero circa 47mila. “Senza contare i ‘bimbi di strada’ – aggiunge l’associazione – il Governo brasiliano, nel 2012, ne stimava almeno 24mila. Ma quello dell’abbandono è un problema non solo brasiliano, purtroppo. Sono i ‘bambini del limbo’, i milioni di bimbi invisibili del mondo. Nessuno si accorge di loro, finché non accadono fatti come quello avvenuto in Mato Grosso”.