La riflessione di monsignor Bresciani è scaturita da un tratto del Vangelo secondo Matteo, letto in apertura di serata dal parroco, don Gian Luca Pelliccioni:
Un’altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. 27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».
Con l’aiuto di alcuni facilitatori, durante la serata i rappresentanti delle parrocchie della Vicaria si sono divisi in piccoli gruppi e, in maniera originale, hanno sintetizzato la loro azione. Come? Ce lo spiega la facilitatrice Sabrina Merli della Parrocchia Santissima Annunziata.
«Alla fine dell’anno pastorale, ci siamo incontrati per verificare il lavoro che ognuno aveva proposto all’inizio dell’anno – dice Merli, che fa da raccordo tra i vari facilitatori -. La lettera pastorale del vescovo era incentrata sul “costruire ponti”, dunque abbiamo chiesto ai Consigli pastorali una verifica sulla costruzione di questi ponti, metaforici. Dunque una verifica sulle relazioni belle, buone, che abbiamo costruito in parrocchia, tra di noi e tra le diverse parrocchie. In modo originale, chiediamo ai Consigli pastorali di raccontare il lavoro svolto con un linguaggio diverso, attraverso una metafora. Siamo rimasti veramente colpiti dalla fantasia e dalla creatività dei Consigli pastorali nell’inventare e costruire storie nuove e originali che calzano alle varie situazioni parrocchiali».
Effettivamente, al termine dei lavori di gruppo, il referente di ogni parrocchia ha esposto il proprio racconto metaforico. Tra mamme-sarte alle prese con le continue, difficili, modifiche ai vestiti dei figli; naviganti chiamati a remare tutti dalla stessa parte e giardinieri impegnati in una complessa cura del verde, il messaggio concreto di fondo è stato quello sottolineato inizialmente dal vescovo: non scoraggiarsi se qualcosa è andato storto e se le buone intenzioni di partenza non hanno prodotto tutto il bene sperato. «E’ la normalità di questo mondo ed andrà avanti così fino alla fine del mondo – ha detto monsignor Bresciani -. Non possiamo buttare all’aria tutto, ma dobbiamo saper discernere e coltivare le cose buone».