Nel suo messaggio inviato ai partecipanti al convegno internazionale aperto ieri a Caltagirone (fino al 16 giugno), Papa Francesco ricorda la ferma convinzione di don Sturzo secondo la quale “il compito di informare cristianamente la vita sociale e politica appartiene soprattutto ai laici cristiani che, attraverso il proprio impegno e nella libertà che loro compete in tale ambito, attuano gli insegnamenti sociali della Chiesa, elaborando una sintesi creativa tra fede e storia che trova il suo fulcro nell’amore naturale vivificato dalla grazia divina”. Francesco esorta a mantenere vivi l’insegnamento e la testimonianza di fede di don Sturzo, “soprattutto in un tempo in cui è richiesto alla politica di essere lungimirante per affrontare la grave crisi antropologica”. Richiama, inoltre, i punti-cardine dell’antropologia sociale sturziana: “Il primato della persona sulla società, della società sullo Stato e della morale sulla politica; la centralità della famiglia; la difesa della proprietà con la sua funzione sociale come esigenza di libertà; l’importanza del lavoro come diritto e dovere di ogni uomo; la costruzione di una pace giusta attraverso la creazione di una vera comunità internazionale”. “Questi valori – sottolinea Francesco – si basano sul presupposto che il cristianesimo è un messaggio di salvezza che si incarna nella storia, che si rivolge a tutto l’uomo e deve influire positivamente sulla vita morale sia privata che pubblica”.
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