I lavori sono stati aperti dall’intervento del Vescovo Carlo Bresciani che ha ricordato come ci possano essere vari tipi di male: quello fisico, quello morale e quello causato da noi. È necessario – ha affermato il vescovo – fare discernimento sul male, evitando di attribuire al maligno cose che non sono da lui generate. In questo la Chiesa è molto prudente, tuttavia fa parte della nostra fede riconoscere la presenza e l’opera del maligno, come testimoniato dalla Scrittura, dalla Tradizione della Chiesa e dal Magistero. Davanti al mistero del male, la posizione del cristiano è comunque fiduciosa in virtù di Gesù che ha vinto il male e il peccato. Alla luce di questo – ha concluso il Vescovo – preghiamo non perché Dio ci risparmi di faticare nella lotta contro il male, ma affinché esso non ci domini e non ci distrugga.
Il diacono Antonio Barra ha spiegato la scelta di questo tema per il XIII convegno del Gris diocesano evidenziando come, nonostante il progresso scientifico e tecnologico, ci siano ancora tante persone che praticano la superstizione, la magia o ricorrono a sedicenti maghi e chiromanti. Si tratta allora di approfondire la propria fede e di offrire sostegno a quanti sono vittime di ciarlatani.
Ha preso poi la parola l’esorcista diocesano padre Renato Pegorari che ha constatato che quando si parla di diavolo, di occultismo o di magia c’è sempre tanta curiosità, perché si parla di qualcosa di sensazionale. Quando invece si parla di Gesù Cristo che libera da tutto ciò, questo attira meno. Al contrario – ha sottolineato il religioso – quello che deve attirare la nostra attenzione è proprio Gesù Cristo. Padre Pegorari, rifacendosi a un discorso tenuto dal Cardinale De Giorgi nel 2017 a un convegno di esorcisti, ha insistito molto sul fatto che l’esorcismo rientra nella pastorale ordinaria della Chiesa e nella sua quotidiana lotta contro il male. Dunque tanto gli esorcisti quanto il nuovo rito dell’esorcismo sono un dono alla Chiesa, ignorando i quali si può peccare di orgoglio e presunzione. Secondo l’insegnamento della Chiesa il diavolo è un essere personale, il cui compito è quello di separarci da Dio. In tal senso, la sua azione si può distinguere in ordinaria e straordinaria. Rientrano nel primo caso le tentazioni e le inclinazioni al male: esse si manifestano quotidianamente e senza clamore. Al contrario, le azioni straordinarie e insolite sono sporadiche, ma eclatanti nelle loro manifestazioni. Se è dovere di tutti i membri della Chiesa combattere contro il primo tipo di azione, è compito specifico degli esorcisti occuparsi dell’altro tipo di azione, secondo le forme stabilite dalla Chiesa. Anche i Papi si sono soffermati a parlare del Maligno. Giovanni Paolo II ha dedicato al nemico per eccellenza 5 catechesi. Benedetto XVI ha parlato del diavolo in una catechesi dedicata al “Padre Nostro” e in un’altra dedicata alle tentazioni di Gesù. Il Papa che recentemente ha trattato più volte del diavolo nei suoi discorsi e nelle sue omelie è stato sicuramente Francesco, che lo ha menzionato la prima volta addirittura nella sua prima messa da Pontefice con i cardinali che lo avevano appena eletto.
Ampio spazio è stato dato infine ai presenti i quali hanno fatto molte domande, sia mossi da curiosità, sia da intenzioni più strettamente pastorali.