Preghiere e inni cristiani insieme alla lettura di versetti del Corano hanno riecheggiato tra le rovine della chiesa di Al Aqiser, nell’area di Karbala, città santa dell’islam sciita. È accaduto lunedì 17 giugno: l’iniziativa è stata messa in atto da un gruppo di cristiani caldei giunti in pellegrinaggio a quel che rimane della chiesa risalente al V secolo d. C., considerata tra i più antichi luoghi di culto cristiani del Medio Oriente. Con le loro preghiere, i membri del gruppo hanno chiesto al Signore il dono della pace, la fine dei conflitti e la liberazione da ogni settarismo. Lo riferisce l’agenzia Fides. Situato a ovest di Karbala, il sito archeologico attesta la presenza nella regione di fiorenti comunità cristiane, risalente a epoche pre-islamiche. “L’esistenza di questa chiesa è un chiaro segno della convivenza tra i popoli di questo Paese, fino ad oggi”, ha dichiarato in proposito il sacerdote caldeo Maysar Behnam. Le rovine della chiesa sono riaffiorate dal deserto grazie a campagne di scavi archeologici svolte negli anni settanta del secolo scorso. In passato, in quel luogo gruppi di cristiani iracheni erano soliti recarsi in pellegrinaggio durante il tempo di Natale. A Karbala, ogni anno, decine di milioni di pellegrini musulmani sciiti accorrono per commemorare l’uccisione di Husayn ibn Ali, nipote di Mohammad e considerato dagli sciiti il terzo imam legittimo, ucciso a Karbala nel 680 d. C. insieme a 72 suoi seguaci dalle truppe del califfo omayyade Yazid I.
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