Incontro al Palazzo presidenziale tra il presidente iracheno Barham Salih e il patriarca caldeo, il card. Louis Raphael Sako. Durante l’incontro il Capo di Stato ha consegnato al porporato una lettera contenente l’invito ufficiale in Iraq indirizzata al Papa. Nel testo, diffuso dal sito della Presidenza irachena, Salih scrive che la visita del Pontefice sarà “una opportunità per ricordare e sottolineare all’Iraq e al mondo che questa terra ha dato all’umanità le prime leggi, l’agricoltura irrigua e un patrimonio di collaborazione fra persone di differenti fedi e tradizioni”. Al tempo stesso anche un “immenso conforto per tanti iracheni che si stanno riprendendo da un duro conflitto. Nelle ultime quattro decadi – si legge nella lettera – l’Iraq è stato un luogo di guerra e di immensa sofferenza”. Chiaro il riferimento ai conflitti passati e al più recente dominio dello Stato islamico segnato da violenze contro i cristiani e altre comunità irachene. Da qui l’auspicio del presidente che questa visita sia “una pietra miliare nel processo di guarigione, riconciliazione e ricostruzione” così che l’Iraq possa tornare a essere “una terra di pace, dove il mosaico delle fedi e delle religioni convive in armonia”. “L’Iraq – conclude Salih – è stato la casa di una vibrante comunità cristiana per quasi duemila anni. Se le guerre recenti hanno ridimensionato, anche di molto, il numero, noi ci impegniamo a garantire che i cristiani iracheni possano godere ancora una volta di sicurezza e prosperità”.
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