“La nostra aspettativa è che le informazioni che riceve riflettano il volto reale di quanto sta accadendo in Venezuela e che questo permetta di trovare meccanismi per dare soluzioni ai problemi di fondo che affronta il nostro popolo. Per questo chiediamo la nomina di un gruppo che, in coordinamento con le diverse realtà del Paese, possa monitorare l’applicazione del rapporto e delle raccomandazioni che lei ci farà conoscere nel prossimo mese di luglio”. È quanto ha chiesto la Conferenza episcopale venezuelana in una lettera, firmata dalla sua presidenza, consegnata all’Alto Commissario Onu per i diritti umani Michelle Bachelet, nel corso dell’incontro avuto venerdì scorso con una delegazione della Chiesa venezuelana, guidata dal segretario generale, mons. José Trinidad Fernández, vescovo ausiliare di Caracas.
Nella lettera i vescovi proseguono: “Chiediamo che nelle riunioni con il Governo sia possibile mettere sul tavolo temi importanti come il riconoscimento delle ong e i permessi necessari per formalizzare l’ingresso di aiuti per l’assistenza umanitaria. Chiediamo la liberazione dei prigionieri politici e l’eliminazione della pratica dei commissariati di polizia usati come centri penitenziari”. La lettera inoltre pone il tema del ruolo delle forze di sicurezza e dei gruppi irregolari paramilitari, come i cosiddetti “colectivos”, che “operano nell’assoluta impunità”. Ancora si chiede alla Bachelet di intervenire per restituire “i diritti elettorali, politici ed economici della popolazione, permettendo ai venezuelani di vivere in libertà, dignità e progresso”, e di promuovere elezioni “libere e trasparenti”.
Ancora una volta la Chiesa venezuelana auspica “la riconciliazione” e una “via d’uscita pacifica” di fronte a questo conflitto, operando già fin d’ora in questo senso”.
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