Le Olimpiadi invernali del 2026 si svolgeranno in Italia, a Milano e Cortina. Lo ha deciso il Comitato olimpico internazionale (Cio), votando ieri sera a Losanna la candidatura italiana, preferendola a quella di Stoccolma-Aare, 47 voti contro 34. Vince quindi l’asse Milano-Cortina, ma non solo: i Giochi olimpici coinvolgeranno infatti altre aree di Lombardia e Veneto, oltre che le province autonome di Trento e Bolzano.
“Nonostante le polemiche e le preoccupazioni del caso, l’assegnazione delle Olimpiadi all’Italia è una grandissima opportunità per il Paese, perché sono il massimo che si possa avere per quanto riguarda gli eventi sportivi. Organizzare un’Olimpiade è la massima aspirazione e ciò viene reso possibile solo se c’è un lavoro di squadra e in sinergia tra organismi di settore e istituzioni”.
Organismi e istituzioni che hanno operato verso un’unica direzione…
“È stato fatto tutto quello che si poteva fare per portare i Giochi in Italia e il lavoro che è stato fatto è stato fatto bene. Anche perché le Olimpiadi vengono assegnate in base alle garanzie che uno Stato dà per ospitare un evento di questo genere. Questo è segno che in Italia non sempre va tutto male. Per questo è un gran successo oltre che una grande occasione per dimostrare a tutti quelli che ci criticano che
siamo un Paese che ha eccellenze in tutti i campi.
Spesso veniamo additati o peggio ci trattiamo come gli ultimi ma siamo ancora una gran Nazione, fatta di gran lavoratori e grandi uomini”.
L’assegnazione è avvenuta a discapito della Svezia, merito dell’Italia o demerito del Paese scandinavo?
“La Svezia forse ha perso perché Stoccolma non è riuscita a dare garanzie necessarie. C’è anche da dire, però, che a Milano abbiamo avuto nel 2015 l’Expo che ha riscosso un gran successo ed è una città il cui solo nome è sinonimo di eccellenza nel mondo, nei più svariati settori. Cortina invece, è una delle mete turistiche e sciistiche più ambite al mondo già dai Giochi olimpici del 1956. Ci sono anche l’Arena di Verona per la chiusura dei Giochi e lo stadio di San Siro per l’apertura, posti suggestivi e di gran fascino, nonché palcoscenici non indifferenti. Altri Paesi non riescono a produrre e a mettere in campo cose di questo genere, quindi l’assegnazione è più che meritata”.
Come ha detto l’apertura dei giochi si farà a San Siro. Cosa pensa quindi della recente polemica tra il sindaco di Milano Giuseppe Sala e le società di Milan e Inter sulla costruzione di un nuovo stadio demolendo di fatto il Meazza anziché ristrutturarlo. Questo potrebbe compromettere la cerimonia di apertura dei Giochi.
“Come diceva Pierre de Coubertin lo spirito olimpico comprende tutti gli sport, e questo vale sia per il calcio che per l’’ultimo’ sport. In questo senso e a fronte di un evento così importante il calcio dovrebbe fare un Passo indietro per il bene comune e per la perfetta riuscita di una manifestazione così importante”.
Polemiche del caso a parte, cosa auspica per questa Olimpiade?
“Mi auguro che questa volta vengano rispettate le premesse, che si sia bravi a organizzarle, che non si ripetano le esperienze negative del passato quando siamo stati chiamati a organizzare i grandi eventi. Di scandali se ne sentono sempre, ma mi sento di dire che questa volta si sono impegnati tutti in modo corretto.
Spero che vada tutto per il verso giusto e che per una volta ci si metta anche il cuore, il che vuol dire esser bravi ad amministrare i soldi di tutti gli italiani nel miglior modo possibile”.
Quindi per lei l’Olimpiade è anche un’occasione per riscoprire valori “più alti”. In che modo i cattolici posso contribuire in questo senso? Hanno o potranno avere un ruolo specifico?
“I cattolici hanno un loro ruolo e potranno avere un loro ruolo a qualsiasi livello, basta volerlo. Se si parte con l’idea che l’Olimpiade serve solo per fare soldi non si arriva lontano. Bisogna anche riscoprire i valori fondanti dello spirito olimpico, che se vogliamo sono anche dei valori simili a quelli che guidano i cattolici nel loro operato”.