Riguardo alla Libia, Italia e Russia condividono la convinzione che un “equilibrio instabile tra le forze in campo possa innescare un’ulteriore escalation che avrebbe preoccupanti conseguenze in termini di crisi umanitaria, insorgenza terroristica e sicurezza delle infrastrutture energetiche”. Per questo manifestano l’“esigenza di continuare a sostenere il ruolo dell’Onu, di continuare a lavorare insieme per ottenere un rapido cessate il fuoco e un ritorno al tavolo negoziale”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa tenuta congiuntamente con il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, dopo il loro incontro a Palazzo Chigi. Il premier ha aggiunto che “siamo convinti che occorra un processo politico inclusivo, sostenuto dalla comunità internazionale tutta unita” per arrivare alla “cessazione immediata delle ostilità” e al “raggiungimento di una stabilizzazione duratura della Libia”. Nel corso del colloquio sono stati affrontati diversi dossier internazionali. Conte ha spiegato che “riteniamo che Mosca sia un attore ineludibile per trovare soluzioni alle principali crisi regionali” sullo scacchiere internazionale. “Con il presidente Putin ci siamo trovati d’accordo nel riconoscere che queste soluzioni per essere sostenibili devono essere politiche ”. “Contiamo sull’atteggiamento costruttivo di Mosca nell’ambito di un dialogo a tutto campo”, ha proseguito il premier. La “crisi siriana è tema centrale per la sicurezza anche per l’Italia”. “Occorre una soluzione durevole alla crisi”, una “soluzione politica inclusiva e pragmatica”, ha spiegato Conte. “Auspichiamo ci sia un maggior sostegno all’inviato Onu Pedersen”, ha continuato, sottolineando che “promuoviamo un dialogo costante tra tutti gli attori coinvolti”. “La crisi in Ucraina – secondo Conte – è questione da risolvere al più presto. Ha messo e mette tuttora in discussione i fondamentali rapporti tra Ue e Russia, il prolungamento della vertenza rischia di far perdere un importantissimo bagaglio di fiducia, collaborazione e di regole che è maturato in oltre 25 anni di dialogo”. “Al momento – ha ribadito – non c’è alternativa ad una piena attuazione degli accordi di Minsk”.