È durata quasi un’ora l’udienza concessa dal Papa al presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Tra i temi del colloqui, ha riferito il direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, anche la “questione ecologica” e “alcune tematiche dell’attualità internazionale, con particolare riferimento alla Siria, all’Ucraina e al Venezuela”. Firmato un protocollo di intesa riguardante la collaborazione tra l’Ospedale “Bambino Gesù” e gli Ospedali pediatrici della Federazione Russa. È la terza volta che il Papa e Putin si incontrano in Vaticano, e tutte e tre le volte si sono caratterizzate per un cospicuo ritardo da parte dell’ospite. Nella prima udienza, il 25 novembre 2013, Putin è infatti arrivato in Vaticano con circa 50 minuti di ritardo: lo stesso fatto registrare oggi, con l’udienza che è cominciata una quindicina di minuti dopo, per un’ora di ritardo complessiva, tra l’arrivo al Cortile del Belvedere e l’inizio dei colloqui nella biblioteca privata del Pontefice. In occasione della seconda udienza concessa dal Santo Padre a Putin, il 10 giugno 2015, il capo di Stato russo ha fatto invece registrare circa 70 minuti di ritardo. Il presidente russo è arrivato in Vaticano alle 14.05 circa. Nella Sala del Tronetto, prima di entrare nella biblioteca privata, il Santo Padre è andato incontro al presidente Putin, che lo attendeva da solo, per stringergli la mano e salutarlo con un “benvenuto”. Un quarto d’ora circa dopo l’arrivo, l’inizio del colloquio privato, durante il quale il Papa è apparso disteso e sorridente.
“Grazie per il tempo che mi hai dedicato. È stato un discorso molto sostanzioso, interessante”.
Lo ha detto Putin al Papa, subito dopo lo scambio dei doni. Lo ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi a seguire l’udienza, rendendo noto che il Santo Padre ha donato a Putin un’acquaforte del 1739, raffigurante una veduta di San Pietro: “Così non ti dimentichi di Roma”, ha detto Francesco rivolgendosi al presidente russo, a cui ha consegnato anche la medaglia del sesto anno di pontificato, simbolo di pace. Putin, da parte sua, ha donato al Pontefice un’ icona molto grande dei Santi Pietro e Paolo: “Voi li festeggiate il 29 giugno, noi il 12 luglio”, il commento del presidente. L’altro dono di Putin al Papa è un film del regista russo Andrei Konchalovski su Michelangelo, ancora non uscito nelle sale – dal titolo “Il peccato” – insieme ad un relativo libro con le foto scattate durante le riprese. “È uno dei nostri registi più famosi”, ha spiegato Putin. Al termine dell’incontro, Papa Francesco ha regalato al presidente russo una copia del Messaggio per la Giornata mondiale per la pace di quest’anno – “l’ho firmato per lei oggi”, gli ha detto a proposito della prassi che usa per tutti i Capi di Stato – insieme al documento di Abu Dhabi, alla Gaudete et Exsultate e all’esortazione apostolica a conclusione del Sinodo dei giovani.
Imponenti le misure di sicurezza che hanno “blindato” la Capitale,
mobilitando per la prima visita ufficiale in Italia del presidente russo dopo quattro anni un migliaio di agenti, compresi tiratori scelti appostati su tetti e terrazze, artificieri e uomini in borghese delle forze speciali. Putin è “marcato stretto” anche dalla sua scorta personale e da un corteo di oltre 30 auto blindate. Piazza San Pietro è “off limits” per turisti e pellegrini, tranne i corridoi di accesso alla basilica, fin dalle prime ore del mattino, mentre il centro storico è blindato, con il traffico vietato in una “green zone” che comprende 50 strade. Proibite le manifestazioni, schermate le comunicazioni telefoniche, spazio aereo sorvegliato da droni ed elicotteri. Tra le curiosità: un team di ex agenti del Kgb era stato a Roma per sopralluoghi già la scorsa settimana, in particolare nella zona dell’Hotel St Regis, dove è di stanza il suo staff e dove potrebbe riposare lo stesso presidente, anche se visti i tempi stretti e il programma serrato non si sa quando. Dopo l’udienza con Bergoglio, la trasferta romana di Putin prevede l’incontro con il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, per una colazione di lavoro al Quirinale e con il primo ministro Giuseppe Conte, nel pomeriggio e poi per la cena in serata, prima del rientro in aereo da Fiumicino previsto alle 22. Il leader russo, insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, hanno inoltre in programma una conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi al termine dei colloqui. Successivamente Putin interviene al Forum di dialogo italo-russo della società civile, per un incontro alla Farnesina con i rappresentanti delle imprese, del mondo della cultura e di quello accademico. La giornata della delegazione russa – di cui fanno parte anche il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, e quello dell’Industria, Denis Manturov – si chiude stasera con una cena di lavoro a Villa Madama offerta dal premier Conte, a cui si uniscono altri esponenti del governo, tra cui i vice-premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e il capo della diplomazia, Enzo Moavero Milanesi. Putin è atterrato all’aeroporto di Fiumicino a bordo di un Ilyushin 96-300Pu da 5 miliardi di rubli (70 milioni di euro). L’auto presidenziale, rigorosamente “made in Russia”, era già arrivata da Mosca: un’Aurus – “oro della Russia” – Senat: quasi sei metri e mezzo di lunghezza.
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