Secondo Save the Children, delle donne giunte in clinica, più del 60% aveva gravidanze ad alto rischio, con più della metà affette da anemia a causa della mancanza di cibo nutriente e a prezzi accessibili in Venezuela.
Per rispondere ai bisogni sempre più grandi, la clinica di emergenza di Save the Children si è dotata anche di una unità per la salute sessuale e riproduttiva a Macao, vicino al confine con il Venezuela, che fornisce cure pre e post-natali, servizi di salute mentale, supporto ai sopravvissuti di violenze di genere e trattamenti per malattie sessualmente trasmissibili.
“Circa un quinto di tutte le donne incinte che incontriamo nel nostro centro sono ragazze che hanno meno di 18 anni e che per arrivare qui in molti casi hanno dovuto lasciare quasi tutto quel che avevano, documenti compresi. Ciò significa che il loro accesso all’assistenza sanitaria è estremamente limitato e questo non fa che aggravare ulteriormente i rischi per loro stesse e per i loro bambini non ancora nati. Parliamo di donne e bambini fortemente vulnerabili, che oltre a non ricevere l’assistenza sanitaria necessaria, spesso non possono avere cibo nutriente o un posto sicuro dove vivere”, ha affermato Maria Paula Martinez, direttrice di Save the Children in Colombia.
“Chiediamo pertanto al governo colombiano di destinare maggiori risorse ai bambini migranti provenienti dal Venezuela, garantire l’accesso a servizi sanitari di qualità e promuovere il rispetto dei diritti dei migranti venezuelani”, ha concluso Martinez.