“Gli operatori sanitari – spiega una nota – stanno avviando con urgenza una complessa campagna di vaccinazione contro il morbillo che punta a raggiungere 67.000 bambini in Ituri” dove dall’inizio dell’epidemia di Ebola, circa un anno fa, si sono registrati oltre 5.400 casi e 50 morti. La campagna è coordinata dal ministero della Salute con il supporto di Unicef e Medici senza frontiere.
“Per le migliaia di famiglie che vivono in campi per sfollati sovraffollati e insalubri, la minaccia combinata di Ebola e morbillo è senza precedenti”, ha dichiarato il rappresentante dell’Unicef in Repubblica democratica del Congo, Edouard Beigbeder, che avverte: “Abbiamo poco tempo per prevenire una potenziale ingente perdita di vite”.
Si pensa che fino a 400.000 persone siano sfollate interne in Ituri, la maggior parte dei quali donne e bambini. Molti vivono in circa 35 campi disseminati nella provincia, in un territorio virtualmente inaccessibile a causa dell’insicurezza. I combattimenti fra i vari gruppi armati hanno danneggiato o distrutto fino a metà delle strutture sanitarie e le scuole nella provincia.
“Nella parte nordorientale della Repubblica democratica del Congo c’è una delle peggiori crisi umanitarie di oggi. A causa del morbillo, dell’Ebola o della realtà di vivere in un campo per sfollati, i bambini sono a grave rischio. Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerli”, ha aggiunto Beigbeder. Le campagne contro il morbillo sono anche pianificate per le aree sanitarie di Tchomia e Nyankunde. All’8 luglio, si erano verificati 2.428 casi di Ebola, con 1.641 morti, circa il 30% dei casi fra i bambini.