La Chiesa della Costa Rica parteciperà come osservatrice al tavolo del Dialogo nazionale, che inizierà a riunirsi pubblicamente la prossima settimana. Il via in seguito alle proteste delle scorse settimane, causate dalle proposte di riforma dell’educazione e della sanità e al successivo ritiro dei progetti di legge.
Il Governo della Costa Rica e il cartello della società civile denominato “Incontro sociale multisettoriale” hanno tenuto in questi ultimi giorni colloqui riservati e preparatori, durante i quali si sono accordati sul metodo e sui contenuti che saranno oggetto del Dialogo nazionale, che si articolerà in tavoli di lavoro, spazi bilaterali di osservazione e un ulteriore spazio di ascolto. L’orizzonte temporale per ottenere i primi risultati è di tre mesi.
Importante, il ruolo della Chiesa. L’invito al confronto costruttivo, rivolto attraverso un messaggio al Paese, e il contributo al dibattito, attraverso una proposta in diciotto punti consegnata lo scorso 3 luglio dal presidente della Conferenza episcopale (Cecor), mons. José Rafael Quirós, arcivescovo di San José, al presidente della Repubblica Carlos Alvarado, sono stati decisivi per l’apertura del Dialogo, al quale, come detto, la Chiesa parteciperà come osservatrice. È stata diffusa ieri, inoltre, una lettera attraverso la quale il presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), mons. Miguel Cabrejos, si complimenta con mons. Quirós per l’azione della Chiesa costaricense, evidenziando l’importanza del ruolo cui è stata chiamata dal presidente Alvarado. Il Presidente del Celam esprime inoltre il suo appoggio all’iniziativa.
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