GROTTAMMARE – Dal lontano 1571, ricordato da tutti per la battaglia di Lepanto, la Città di Grottammare festeggia San Paterniano, il suo patrono. I detti popolari legati a tale festività sono davvero unici. Infatti, secondo la tradizione, festeggiare il Santo significa “rompere le nuvole”, evitare che le grandinate estive possano distruggere i raccolti.
Anche quest’anno la Città ha festeggiato il patrono con grande tenacia, nonostante le risorse limitate a disposizione. Festeggiamenti coincisi e culminati con due momenti molto importanti.
Il primo con i festeggiamenti religiosi che si sono aperti Giovedì 11 luglio presso la chiesa di San Pio V alle ore 18.30 con il Triduo in preparazione alla festa del Patrono, predicati quest’anno da don Benvenuto.
Ieri, domenica 15 luglio, sempre presso la Chiesa di San Pio V, si è tenuta la solenne celebrazione in cui Don Benvenuto, durante l’omelia, ha affermato: “In questo triduo abbiamo cercato di capire l’importanza di avere un patrono della città. Abbiamo cercato di conoscere la vita di San Paterniano che oggi festeggiamo in modo solenne.
Siamo fortunati, abbiamo un protettore che ci difende, che intercede per noi, che ci protegge. Abbiamo un patrono da imitare.
Cosa direbbe San Paterniano a noi oggi?
È difficile dare voce a un santo, in quanto i santi parlano con la loro vita.
I nostri giorni sono caratterizzati da una diffusa malattia etica, dove ognuno fa ciò che vuole.
C’è siccità spirituale e tanto soggettivismo. San Paterniano ci direbbe di porre al centro Dio. Ci direbbe di coltivare la centralità di Dio e il gusto della preghiera.
Nel Vangelo Gesù ci chiede di essere compassionevoli, come lo è stato San Paterniano e come Gesù lo è a riguardo dell’umanità.
Chi è il mio prossimo?
Il prossimo è colui che è vicino a te. È colui che è a casa tua. Il prossimo è colui che ha bisogno del mio aiuto. Nel Vangelo si sottolinea una cosa concreta, che il prossimo è anche colui che troviamo lungo la nostra strada: ferito, marginalizzato oppure in difficoltà.
Diventiamo compassionevoli come il nostro patrono, perchè come ci ricorda Gesù: chi è compassionevole avrà la vita eterna”
Al termine della Santa Messa è seguita la processione per le vie del paese.