“Nella complessità attuale non è possibile farlo, se non anche attraverso l’ecologia integrale. Per aver cura della vita umana bisogna occuparci della salute del pianeta su cui la vita si svolge”, spiega il sacerdote in un’intervista pubblicata sul sito della Campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”. In quest’ottica, il Sinodo per l’Amazzonia che si svolgerà ad ottobre in Vaticano non può “non interpellare l’intera comunità cristiana su diversi fronti”. In primo luogo, osserva don Bignami, “sono implicate l’organizzazione della vita ecclesiale e la ministerialità al servizio delle parrocchie”. In secondo luogo, aggiunge, “alla luce di Laudato si’, l’Assemblea sinodale interpella tutte le Chiese per le interconnessioni ambientali dell’intero pianeta”. “Violentare la foresta amazzonica – sottolinea – è anche favorire un impoverimento globale che porta a mettere a rischio la salvezza dell’umanità. L’innalzamento del cambiamento climatico avrà effetti devastanti su ogni territorio e sulle diverse regioni del pianeta”. Secondo il direttore Cei, inoltre, “il Sinodo potrebbe offrire un’interessante provocazione per tutti i nostri territori”.