Alle 22, 17 minuti e 40 secondi di domenica 20 luglio 1969 (ora italiana) il modulo lunare Lem “Aquila” con a bordo Neil Armstrong ed Edwin Aldrin arrivava sulla Luna, nella zona chiamata Mare della Tranquillità. Il terzo astronauta, Michael Collins, era rimasto in orbita lunare sul modulo di comando “Columbia”. Era la fase più delicata della missione Apollo 11, iniziata quattro giorni prima. Alle 4 e 57 minuti di lunedì 21 luglio (ora italiana) Armstrong mise piede sul suolo lunare e disse: “È un piccolo passo per un uomo, ma un passo gigantesco per l’umanità”.
Non a caso domenica 20 luglio, all’Angelus, Paolo VI aveva auspicato che la conquista dello spazio significasse anche un vero progresso per l’umanità afflitta da guerre (tra le altre, allora, nel Vietnam) e dalla fame, sostenendo la necessità di non dimenticare, “nell’ebbrezza di questo giorno fatidico”, il bisogno e il dovere che “l’uomo ha di dominare sé stesso”.
Un monito, che con la consueta delicatezza, il Papa levava soprattutto nei confronti dei responsabili delle sorti del mondo invitandoli a guardare le ferite e le angosce della Terra oltre che il mare senz’acqua della Luna.
Pochi minuti dopo l’allunaggio Paolo VI inviava ai protagonisti un messaggio nel quale si leggeva: “Onore, saluto e benedizione a voi, conquistatori della Luna, pallida luce delle nostre notti e dei nostri sogni! Portate ad essa, con la vostra viva presenza, la voce dello spirito, l’inno a Dio”.
Invitava a lasciare, oltre le tracce delle orme umane, il segno di una Presenza che nessuno strumento scientifico avrebbe mai potuto registrare.
Giovedì 16 ottobre 1969 il Papa diceva ai tre astronauti: “L’uomo ha la tendenza naturale ad esplorare l’incognito, a conoscere il mistero; ma l’uomo ha anche timore dell’incognito. Il vostro coraggio ha superato questo timore e, con la vostra intrepida avventura, l’uomo ha compiuto un altro passo verso una maggiore conoscenza dell’universo, con le sue parole signor Armstrong, un passo gigante per l’umanità”.
Il Papa richiamava la passione insopprimibile dell’uomo per l’ignoto, per lo sconosciuto, per il lontano. Sottolineava l’infinito desiderio dell’incontro.
In questi giorni si sta preparando una nuova corsa nello spazio dove l’Europa è ai primi posti: il 20 luglio partirà la missione di Luca Parmitano per la Stazione Spaziale Internazionale. Nell’avventura extra terrestre c’è l’Europa unita degli uomini della scienza e della tecnologia. Torna il “passo gigante” di Amstrong che si confronta con il “piccolo passo” di un’Europa che ha così paura dell’avventura terrestre dell’incontro che sceglie di costruire muri per difendersi dall’altro.
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