“Questo giorno, così intenso e doloroso, aiuta ognuno di noi e tutta la nostra città a ritrovare se stessi. Non si attenua, con l’inesorabile passare degli anni, l’orrore per l’accaduto ma anche la forza di solidarietà che suscita. Avviene sempre così nei momenti importanti (e dovremmo imparare a non aspettare le emergenze per cercare l’unità di intenti e mettere da parte quello che divide), perché in essi capiamo che non c’è tempo da perdere, smettiamo di accusarci in un clima di competizione che perde di vista il vero nemico, ricordiamo che siamo tutti abitanti della stessa casa, esposti agli stessi problemi, fratelli che abbiamo in realtà bisogno di tutti”. Così si è espresso mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, nell’omelia della messa in ricordo delle vittime della strage alla stazione del 2 agosto 1980. “Il ricordo delle vittime ci rende, se siamo umani e cristiani, tutti loro familiari. Sono tutte nostre. Quel dolore e quei dolori, che facciamo difficoltà ad immaginare (ogni volta che leggo o ascolto i racconti di quelle ore, che diventano improvvisamente una vita, ne resto come tramortito ed è così importante conservare le immagini e i ricordi) rendono insopportabile ogni piccola complicità con il male, ad iniziare dall’indifferenza, che cancella la vista e il sonoro delle vittime, come se non ci riguardassero”. Il vescovo ha invitato a onorare “la memoria di coloro ai quali è stata tolta la vita scegliendo sempre la vita della solidarietà e dell’attenzione a chi soffre”.

 

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