DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.
Di fronte alle esigenze radicali poste da Gesù, occorre prendere posizione: o si sceglie di vivere come Lui ha vissuto, certi che, in questo modo, la propria vita è salvata già qui e per l’eternità, oppure si rifiuta la sua persona; non esiste una terza possibilità!
Cristo chiede uomini e donne appassionati di Lui e del suo Vangelo, una passione vera, ardente come quella che ha sempre caratterizzato il suo agire e il suo parlare su questa terra: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!». Non un fuoco divoratore, non un Gesù che vuole distruggere tutto per punire l’uomo da sempre infedele, ma il fuoco di chi spende totalmente la propria vita nell’amore per Dio e per i fratelli.
«Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!»: una passione e uno spendersi che lo porteranno a donarsi fino alla fine, senza riserve affinché la sua morte potesse essere possibilità di vita per tutti noi!
E’ quello che ci chiede l’autore della lettera agli Ebrei: «… deposto tutto ciò che è di peso corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento». Lo aveva capito bene Chiara d’Assisi quando, scrivendo ad Agnese di Boemia, la esorta così: «… memore del tuo proposito, tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza. I risultati raggiunti conservali, ciò che fai fallo bene; non arrestarti, ma con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro che neppure alla polvere permette di ritardarne l’andare, avanza confidente e lieta nella via della beatitudine che ti sei assicurata».
Questa è passione, questo è quel fuoco che ci chiede di accendere Cristo, in noi e attorno a noi, quel fuoco che solo può alimentare la nostra volontà di discernere, cioè quella pronta e vigile capacità di vivere con consapevolezza, adesione totale e piena fiducia nello Spirito, ogni giorno della nostra vita.
Così come il profeta Geremia, dal cui libro è tratta la prima lettura, che ha perseverato nell’annuncio libero, autentico della Parola di Dio anche quando questo lo ha portato alla contestazione, alla persecuzione, alla prigionia.
Facciamo nostre le parole del salmista – «Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato…ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi…di me ha cura il Signore» -, certi che il Padre non mancherà mai di accompagnarci in questo cammino della vita e non mancherà mai di contagiarci con la sua passione per la vita, per l’uomo, per la vita di ogni uomo.