“La notizia dell’ennesima tragedia del mare al largo di Khums crea dolore e sgomento. Non si può assistere inermi alla morte annunciata di bambini e ragazzi. Le convenzioni internazionali sul diritto del mare e sui diritti umani impongono all’Italia e all’Europa di affrontare il fenomeno migratorio mettendo in primo piano la salvezza delle persone, a partire dai più vulnerabili come i bambini, e il rispetto della vita umana”. Lo afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, dopo il nuovo naufragio davanti alle coste libiche. “È necessario che l’Italia e l’Europa ripristinino un sistema di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, trovino una modalità condivisa di gestione dei flussi migratori e moltiplichino gli sforzi per realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito, per evitare che migliaia di persone tra cui tanti minori soli, continuino a mettere in pericolo la propria vita, affidandosi ai trafficanti per sfuggire a guerre, violenze e povertà”, osserva Milano.
“Alla notizia dell’ultimo naufragio, si aggiunge la preoccupazione per i 100 migranti a bordo della nave Eleonore della Lifeline e auspichiamo che si trovi una soluzione strutturale condivisa e non emergenziale nella gestione dei salvataggi in mare”, conclude la direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

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